Erosione costiera: la situazione attuale e le soluzioni. L’intervento
Il presidente dei balneatori di Tortoreto fa chiarezza
Tortoreto. Carlo Dezi, storico balneatore di Tortoreto e presidente dell’associazione cittadina dei balneari (Balneatori) interviene su una dei temi del momento.
Quello legato all’erosione costiera e agli interventi che sono stati programmati dalla Regione nell’unità fisiografica 1: quella compresa tra Martinsicuro e il porto di Giulianova. E nel dettaglio tra Villa Rosa sud e la foce del Salinello.
Nella sua analisi, circostanziata, Dezi parte da una data.
L’intervento
Chi mi conosce sa che sono di poche parole e pragmatico, ma qui, per evitare che ci siano fraintendimenti, occorre del tempo per spiegare bene storia e fatti.
Era il novembre 2019 quando la mattina dopo la grande mareggiata che devastò la spiaggia di Alba Adriatica nord, alle 9, con i giornalisti che volevano documentare l’accaduto, ero solo a testimoniare che l’erosione c’era.
Avevo capito: il problema che si era presentato non si sarebbe fermato. Da solo, con l’associazione Balneator, con amici e colleghi, con la Confartigianato oltre che tecnici specifici, ci siamo prodigati in questi anni, nel cercare di comprendere quale fosse la migliore soluzione per combattere il fenomeno erosivo.
Abbiamo verificato che in Italia, in altre zone notoriamente turistiche, si stavano facendo sperimentazioni alternative agli scogli con risultati positivi. Durante questa ricerca scoprimmo che questi sistemi erano modulari, realizzati con studi e tecnologia italiana, erano mobili e cioè che con facilità potevano essere rimossi, velocemente realizzabili oltre ad avere un costo nettamente inferiore rispetto le scogliere tradizionali.
Visto che il tema a livello locale non veniva affrontato iniziai a ricercare strategie per proteggere la spiaggia attraverso il posizionamento di dune di sabbia, ma serviva l’autorizzazione. Nel frattempo la pandemia, che però non mi fece desistere; e dopo diversi incontri positivi in Regione, riuscimmo a far modificare l’ordinanza che dal 2022 prevede la possibilità di realizzare “cordoni dunali” su tutte le spiagge Abruzzesi per la loro protezione dall’erosione.
Intanto ad Alba nel 2021 fu fatto l’esperimento (con oltre 2000000€ di spesa) della “spiaggia di alimentazione” dove, oltre ai sorrisi iniziali, nessuno si è potuto vantare di un risultato tangibile, anzi si sono creati ulteriori danni; danni che avevamo previsto e comunicati con osservazioni inviate in Regione. Nessuna risposta mai pervenuta. Sarebbe auspicabile che la Corte dei Conti verificasse la corretta gestione del denaro pubblico. Due milioni buttati in mare.
Le sperimentazioni fatte con i sistemi alternativi agli scogli in altre località turistiche sembravano funzionare e concordi con la nostra Associazione, preparai una relazione che fu inviata anche alla politica. Anche in questo caso non avemmo nessun riscontro.
Arriviamo così al 22.11.22, quando l’ennesima mareggiata ha eroso in maniera definitiva buona parte della spiaggia di Alba nord. Realizzai un video https://youtu.be/zmHUB9KL6P8 dove è visibile la mancanza di protezione delle secche in mare: di conseguenza le onde arrivando con forza sulla spiaggia. Probabilmente questa azione, insieme alla corrente lungo costa determina la rapida perdita della spiaggia riposizionata.
L’ultima azione che ognuno di noi può valutare sulla validità è quella degli scogli posizionati sulla battigia di Alba nord. Nel progetto di protezione era compreso anche la rimozione durante l’estate: cosa difficile da fare e le conseguenze sono note alla cronaca.
E siamo arrivati al gennaio 2024
Qualcuno mi accusa di non volere gli scogli, di non poter andare in windsurf, di essere una cupola, di…tutto!…come se io potessi manovrare chissà quali situazioni: ma non è così!
Ma perché Carlo fa tutto questo? ..perché vorrebbe sistemi alternativi agli scogli?
Diversi i motivi, li elenco:
1- Se domani si decidesse di posizionare le prime scogliere, prima che vadano a regime protettivo, considerando tempi di realizzazione-correnti deviate-affondamento dei massi nella sabbia-condimeteo non idonee- ecc., passerebbero tra 2 e 5 anni e con questi tempi, l’erosione sarà sempre più feroce.
L’alternativa con le barriere soffolte è che possono essere posizionate subito, ricreando la barriera naturale della secca (che ora non c’è più!). Per 500 metri sono sufficienti tre mesi di lavoro con iter burocratico ridotto perché di facile rimozione.
2- Le scogliere sono praticamente dei muri che evitano il passaggio delle correnti e del mare mosso. Considerando che le temperature stanno crescendo sempre più, la riduzione di ricambio di acqua, potrebbe innescare pericolosi ristagni con inevitabili prolificazioni di batteri e rischi di divieti di balneazione, come evidenziato anche nella tesi di Laurea del Dip. Scienze della Vita e dell’Ambiente Università politecnica delle Marche sull’aumento, in prossimità delle scogliere, della presenza dell’alga tossica molto pericolosa per il settore turistico soprattutto in considerazione degli innalzamenti climatici.
3– Con le scogliere non avremo più il paesaggio che siamo abituati a vedere e che piace ai nostri turisti. Le barriere soffolte non si vedono.
4– Le scogliere costano molto, devono essere manutentate e rimarranno per sempre.
Le barriere soffolte costando molto meno con la conseguenza che potrebbero esserne posizionate molte di più, garantendo una maggiore superfice di protezione.
Possono essere spostate o addirittura levate.
5- La protezione con barriere artificiali certificate e realizzate in calcestruzzo sea-frendly sono considerate importanti per l’azione di rinaturalizzazione e protezione della biodiversità altamente compromessa in questi ultimi anni, con importanti ricadute sia sul settore della piccola pesca costiera che per la pesca ricreativa.
Le barriere soffolte (wmesch o tecnoreef) svolgono come riportato dallo studio del 2010 del Ministero delle Infrastrutture, un’azione di mitigazione del moto ondoso riducendo l’energia cinetica dell’onda oltre a garantire un ricambio naturale dell’acqua, riducono l’attività erosiva favorendo in certe condizioni il naturale ripascimento della costa.
Se la soluzione possibile è solo quella degli scogli, qualcuno dovrebbe spiegarci in un dibattito pubblico, a tutta la popolazione della nostra costa, i vantaggi ed eventuali problemi nei quali potremmo incorrere.
Quando qualcuno mi attacca personalmente, e addirittura la mia famiglia su questi temi, posso solo pensare che non vuole confrontarsi, non ha studi e certezze da esporre, non ama il nostro mare, non ama il nostro paese.
L’associazione che rappresento, Balneator è particolarmente sensibile ai temi ambientali ed ha deciso di prendere chiare posizioni trasformandosi in Balneator –vivere il mare-APS inserendo nel proprio statuto progetti e tutele ambientali e sostenibili riguardanti il mare e la natura in genere.
Siamo disposti ad un incontro con le Istituzioni, i tecnici ed i balneari, per un confronto aperto e costruttivo al fine di evitare spreco di denaro pubblico ed i disastri ambientali che sino ad ora abbiamo visto, ed appunto per questo motivo, vista la conferma di questi giorni sulla realizzazione delle scogliere ad Alba Adriatica, chiederemo l’accesso agli atti ed in particolare la relazione generale, le planimetrie di progetto, le sezioni delle scogliere, lo studio correntometrico, il computo metrico e la valutazione ambientale.
Tutto questo per poter garantire un futuro turistico, certo e sostenibile, alle nuove generazioni.