È stato presentato, nella prestigiosa sede del museo archeologico nazionale di Villa Frigerj, a Chieti, il nuovo stemma della Regione Abruzzo.
La composizione grafica del nuovo stemma della Regione Abruzzo, approvato con una specifica legge dal Consiglio regionale, consiste in uno scudo sannitico interzato in sbarra d’argento, di verde e d’azzurro, sul quale è posto il Guerriero di Capestrano, rappresentato a figura intera, in forma stilizzata.
I tre colori rappresentano, nell’ordine, le cime innevate del Gran Sasso, della Maiella, del Sirente, del Velino e dei contrafforti appenninici, i boschi, le colline ed il Mar Adriatico. Al di sopra dello stemma è posta la denominazione “REGIONE ABRUZZO ” in lettere maiuscole d’oro. Sotto lo scudo è indicato il motto “GENTIVM VEL FORTISSIMARVM ITALIAE” in caratteri maiuscoli.
Un nuovo stemma della Regione è un simbolo identitario – ha spiegato Marsilio – non è un qualcosa che si modifica ogni giorno. Del resto, lo stemma originario era stato individuato nel 1986 e non è stato affatto un percorso semplice. Ci sono altre Regioni, oltre all’Abruzzo, – ha aggiunto – che, non avendo avuto nel periodo preunitario una propria bandiera, un proprio Stato, un proprio vestillo antico, sono state costrette a ricercare un proprio simbolo, come ad esempio il Lazio. L’Abruzzo ha dovuto, in qualche maniera, costruire una sua iconografia, una sua identità e così i tre colori del bianco delle montagne, del verde delle colline e dell’azzurro del mare sono entrati a far parte pienamente del nostro patrimonio identitario. Mancava però quel quid, quel qualcosa – ha sottolineato- che aiutasse a superare certe contrapposizioni del passato. Pertanto, ringrazio il presidente Sospiri e tutto il Consiglio, ricordando che ad approvare il nuovo stemma, con l’indicazione di inserire il guerriero di Capestrano e di affidare poi alla Sovrintendenza e al maestro Paladino il compito di realizzarlo nella maniera migliore, è stato l’intero Consiglio regionale”. Marsilio ha poi concluso auspicando che “questa nuova immagine, nuova e antica allo stesso tempo, perché è una delle immagini più antiche che rappresentano la civiltà dei popoli italici che si erano stabilite nell’attuale territorio dell’Abruzzo, ben prima di Roma, possa davvero riscaldare i cuori di tutti gli abruzzesi e ci faccia sentire più uniti”.