Pescara. E’ arrivato anche al Liceo Artistico Musicale Coreutico di Pescara il Progetto Sentinelle di Civiltà e Felicità, realizzato da Claudio Ferrante, presidente dell’associazione Carrozzine determinate Abruzzo.
In uno dei licei più inclusivi della provincia, che conta tra gli iscritti un buon numero di studenti con disabilità, si è portato questo progetto, voluto anche quest’anno dalla dirigente Raffaella Cocco. I ragazzi sono stati condotti da Ferrante dapprima ad una seria riflessione su loro stessi, sul proprio vissuto, sulle proprie fortune emotive, fisiche e relazionali per arrivare poi a parlare di disabilità.
È stato affrontato e condiviso, anche con l’intervento dell’avvocato Mariangela Cilli, segretaria dell’associazione che patrocina il progetto, il concetto di disabilità contenuto nella convenzione ONU dei diritti delle persone con disabilità, sganciato dallo stigma del pregiudizio e della malattia e considerato come una condizione di vita in un ambiente sfavorevole.
“I ragazzi sono stati davvero attenti e incuriositi dal progetto, ci sono stati momenti di assoluto e quasi magico silenzio nell’aula magna”, spiega la dirigente scolastica, “Non sempre a scuola si è in grado di parlare delle proprie emozioni, della propria vita, di come si affrontano i momenti difficili e di mettersi davvero nei panni dell’altro per capire le situazioni che attraversano le persone che incontriamo nella nostra vita. Questo progetto, in cui credo fortemente tanto da averlo proposto in un estratto anche ai miei insegnanti, sarà per i miei studenti molto utile per la loro formazione e per la crescita personale, li aiuterà nel percorso scolastico e di vita. Ringrazio Claudio Ferrante, grande comunicatore, capace di toccare le giuste corde nel cuore e nella testa dei ragazzi. La passeggiata empatica è poi un laboratorio empatico dall’alto valore pedagogico.
Nella giornata di ieri, infatti, i 100 studenti del MIBE sono stati seduti sulle carrozzine per provare direttamente le sensazioni di chi affronta il percorso cittadino e vive la propria vita in carrozzina 24 ore su 24, consapevoli al termine dell’esperienza di poter anche loro, con il loro comportamento, fare la differenza per l’abbattimento delle barriere che ostacolano la libertà delle persone con disabilità.