Abruzzo. E’ falso che l’attuale governo regionale abbia chiuso ospedali o abbia peggiorato il dato della mobilità passiva in Abruzzo. Pur comprendendo il clima da campagna elettorale, non è accettabile che si ricorra a menzogne, distruggendo il durissimo lavoro portato avanti in questi 5 anni dalla Regione, dalle Asl e da tutto il personale che ha affrontato e superato una crisi sanitaria drammatica come quella legata al Covid”.
Una reazione dura quella dell’assessore regionale alla Salute, Nicoletta Verì, all’articolo pubblicato da alcuni organi di informazione.
“Vorrei vedere l’atto con il quale questo governo ha decretato la chiusura di qualche ospedale – continua – visto che le cose sono andate esattamente nel senso opposto: nella nostra rete ospedaliera abbiamo restituito autonomia ad Ortona e classificato come stabilimenti anche i presidi di Pescina e Tagliacozzo. Vale la pena ricordare che il centrosinistra, nella precedente programmazione che non era mai stata validata dai ministeri, li aveva cancellati tutti e 3, trasformando Ortona in un’appendice del policlinico di Chieti e classificando gli altri 2 quali presidi territoriali, quindi non più ospedali. A questi tagli va aggiunto il declassamento di Sulmona Penne, Popoli e Guardiagrele, ai quali è stata questa giunta a restituire dignità”.
Altro capitolo è quello del calo del numero delle prestazioni e della mobilità passiva.
“E’ ovvio e logico – sottolinea la Verì – che il numero delle prestazioni complessive in questi anni sia calato: forse il centrosinistra dimentica (o fa finta di dimenticare, ingannando i cittadini) che tra il 2020 e il 2021, a causa del Covid, erano state sospese in tutta Italia le prestazioni non urgenti, che rappresentano oltre il 70 per cento della produzione sanitaria totale. E sulla mobilità passiva si parla di 51 milioni di deficit, omettendo naturalmente di dire che nel 2019, al nostro insediamento, quel disavanzo era esattamente il doppio, pari a 102 milioni”.
Liste di attesa. Non c’è alcuna attesa di 550 giorni per effettuare una colonscopia in Abruzzo: il centrosinistra, che sta portando avanti una campagna elettorale dai toni sempre più violenti, ha inventato di sana pianta quelli che sono i reali tempi di attesa. Ma siccome questi ultimi sono pubblici, questa mattina abbiamo fatto una semplice verifica in ciascuna Asl e i risultati sono completamente diversi”.
Lo puntualizza l’assessore alla Salute, Nicoletta Verì, intervenendo sulla ennesima polemica intorno alle liste d’attesa per una colonscopia.
Escludendo le prestazioni urgenti, le altre 3 classi di priorità prevedono le seguenti tempistiche previste dai Lea: classe B (breve) entro 10 giorni; classe D (differita) entro 30 giorni; classe P (programmata) entro 120 giorni.
Ebbene, per una colonscopia oggi è necessario attendere nella Asl 1 Avezzano-Sulmona-L’Aquila 8 giorni per una B, 1 giorno per una D, 63 giorni per una P; nella Asl 2 Lanciano-Vasto-Chieti 7 giorni per una B, 15 giorni per una D, 110 giorni per una P; nella Asl 3 Pescara 7 giorni per una B, 38 giorni per una D, 308 giorni per una P; nella Asl 4 Teramo 7 giorni per una B, 16 giorni per una D, 108 giorni per una P.
“Numeri pubblici e ufficiali, aggiornati alla data di oggi – precisa l’assessore – che sono ben diversi da quelli sbandierati dal centrosinistra, che continua a strumentalizzare una questione che non è solo abruzzese, ma coinvolge tutte le Regioni italiane, comprese quelle amministrate dai loro partiti. Questione sulla quale, anche questo va ricordato, in Abruzzo si è cominciato ad intervenire solo nel 2019, all’insediamento dell’attuale governo regionale: abbiamo investito circa 70 milioni di euro per la riduzione delle liste di attesa e i risultati sono incoraggianti”.
Il dato delle classi P su Pescara, va comunque contestualizzato, sia perché risente di un numero elevato di richieste rispetto alle altre aziende, sia perché è in fase di completamento il processo di integrazione delle agende di prenotazione degli erogatori privati accreditati, che effettuano un numero rilevante di colonscopie che però non compare in questo monitoraggio.
“E non dimentichiamo che nella classe P – conclude la Verì – confluiscono sia le prestazioni di follow up di controllo, che vengono calendarizzate anche con due anni di anticipo dopo una patologia oncologica e tutte quelle rinviate dopo il Covid. Siamo perfettamente consapevoli che c’è ancora da fare, ma siamo certi che le basi gettate in questi 5 anni trascorsi ci permetteranno di centrare il risultato nei prossimi 5”.