La condizione della donna al centro del focus della Cpo della Provincia di Teramo: “C’è la rete”
La Commissione Pari Opportunità ha schierato l'impegno dello Stato contro la violenza di genere, dialogando con gli studenti
Teramo. Un racconto corale sulla condizione della donna con un focus molto articolato sulla violenza di genere perché la Provincia è uno dei pochi enti locali che gestisce in proprio un centro antiviolenza, “La Fenice”, e una casa rifugio per donne maltrattate, “Casa Maia”.
Il racconto lo ha intessuto la Commissione per le pari opportunità presieduto da Amelide Francia che, anche per la sua professione, quella di avvocato, ha sviluppato una sensibilità particolare nella difesa delle donne.
Questa mattina nella sala consiliare della Provincia, alla presenza di una folta delegazione di studenti del Liceo Artistico, uomini e donne dello Stato, hanno affrontato il tema della violenza di genere: il vicepresidente della Provincia, Andrea Core; il prefetto Fabrizio Stelo insieme al capo di gabinetto Luana Strippoli; il questore Carmine Soriente; il dirigente della Squadra Mobile Caleb Brustenga; il presidente dell’Ordine degli avvocati Antonio Lessiani con la presidente del Comitato Pari Opportunità dell’Ordine, Diana Giuliani. Con questi ultimi la Provincia ha sottoscritto una lettera di intenti per la diffusione del materiale informativo sul Centro e sulla casa rifugio.
Poi le voci delle tante operatrici e volontarie delle Associazioni rappresentate da Gilda Di Giammarco, la dirigente scolastica Iside Lanciaprima e l’avvocata del Centro La Fenice, Maria Teresa Salbitani.
“Ragazzi e ragazze che hanno potuto vedere che l’istituzione c’è, che c’è la rete: un segnale per far si che in caso di problemi possano affidarsi con fiducia. Questo è molto importante per far emergere situazioni di rischio e lavorare sulla prevenzione” ha dichiarato Amelide Francia presentando i dati del 2023 e dei primi mesi del 2024 specificando: “che i dati non sono pienamente rappresentativi perché sono anche tante le donne che non denunciano e che non si rivolgono ai Centri”
Il vicepresidente Andrea Core si è soffermato anche sui temi riguardanti la disparità di genere sui luoghi di lavoro sottolineando l’impegno dell’ente nella lotta alla violenza di genere.
Centro Antiviolenza “La Fenice” e Casa Maia
Tredici le donne prese in carico dal Centro antiviolenza della Provincia (quattro sedi territoriali e una casa di accoglienza) dall’inizio di gennaio, altre sei ingressi sono programmati entro al fine di marzo.
Anche i dati teramani confermano una escalation certamente nella richiesta di aiuto: il che può essere letto in due modi, aumento degli episodi di maltrattamento ma anche una maggiore capacità di reazione delle donne.
Non esiste una statistica precisa dei femminicidi. Il Viminale considera il totale degli omicidi, indicando quante vittime siano donne. Ma questi non sono necessariamente femminicidi, perché un omicidio per essere definito femminicidio deve presentare due elementi: il contesto relazionale tra l’esecutore e la vittima e le motivazioni che muovono l’omicida (come la gelosia, il dominio, il possesso). Quindi è necessario prendere in considerazione quelli maturati in ambiente familiare o affettivo o comunque dove esiste un rapporto fra omicida e vittima.
In provincia di Teramo sono dieci le donne che nel 2023 hanno trovato rifugio insieme ai figli in “Casa Maia”: qui trovano una equipe che li assiste sia da un punto di vista psicologico sia su aspetti più squisitamente pratici (legali e sociali) per facilitare un percorso di uscita dalla violenza e reinserimento personale e lavorativo. Cinque fra queste sono di nazionalità straniera.
Settantadue, invece, le donne prese in carico dal centro antiviolenza nel 2023; solo 9 sono di nazionalità straniera. Come detto in premessa da gennaio 2024 si è notato un aumento esponenziale di richiesta di aiuto; tredici le donne prese in carico dal primo gennaio 2024, altri sei ingressi sono programmati da qui a fine marzo, numeri decisamente più alti rispetto al passato.
Altro dato interessante: la maggior parte delle donne ha un diploma di scuola superiore (32); 22 hanno la licenza media, 15 sono laureate e 3 solo la licenza elementare. Il numero di donne occupate è superiore a quello delle donne senza occupazione. Infine, il supporto psicologico e l’assistenza legale sono i servizi più richiesti.