Tappa finale del nostro viaggio virtuale nelle zone e sottozone della Champagne con la finale dei 5 champagne (delle 5 zone) più votati (alla cieca) da 25 degustatori molto eterogenei e per la stragrande maggioranza “apprendisti” del vino!
Per questa occasione, ci siamo riuniti in uno splendido home restaurant sito in contrada Convento di Mosciano S. Angelo, il BEGAP splendidamente gestito da Fiorenza e Stefano, giovani con voglia di fare che ti accolgono a “casa loro” con un menù fisso deciso in base a ciò che la “terra” circostante può offrire, in perfetta intesa con lo spirito del nostro tour volto ad evidenziare il terroir e non le mode o illogiche commerciali! Location bella, immersa nel verde con pochi posti in modo da garantire qualità di servizio insomma perfetta per ospitare i “carbonari” del vino a cui spetterà un difficile compito: eleggere un vincitore tra 5 eccellenze selezionate in ben 5 settimane di assaggi.
Iniziamo con il primo champagne che usiamo come ouverture data l’enorme complessità vinosa ed eleganza a tutto tondo: il William Saintot blanc de noirs 100% pinot noir (vedi tappa vallèe de la marne) frutto di 6 vendemmie consecutive assemblate (2015/2020). Il voto di 8,06 è ottimo per il “concorrente” meno costoso del lotto (45 euro) e decisamente più “romantico” per il colore e la complessità olfattiva scevra da sapidità gessosa. Arriva l’antipasto di formaggio fritto, borragine in tempura con insalata di rucola selvatica e mele a cui abbiniamo il Vincent Brochet sans annèe extra brut con 80% di pinot noir (vedi tappa vallèe de l’ardre) che sale decisamente di struttura vinosa E freschezza ovvero secchezza di un prodotto ancora giovane e rampante; il voto di 8,24 lo premia a dovere e fra qualche anno di cantina avrà molto di più da dire!
Arriva l’uovo con crema di fave e sesamo e crostini di pane speziato a cui abbiniamo il Carole Haudot extra- brut 100% chardonnay dei coteaux de Vitryats (vedi tappa cote des blancs) che oltre che abbinarsi bene al piatto con i suoi sentori piacevolmente verdi-selvatici spazza letteralmente via gli champagne precedenti con una sapidità gessosa sconcertante per una sottozona annessa a quella più blasonata. Una rivelazione per un prodotto deciso ma non spigoloso ed adatto a tutte le situazioni; è incredibile come uno champagne dal costo di 58 euro possa “asfaltare” chardonnay costosissimi e blasonatissimi. Brava Carole e voto di 8,58.
Con la zuppa di ceci, asparagi, erbe spontanee e agretti con maltagliati al grano saraceno introduciamo il Potion di Andrè Beaufort, 100% pinot noir nature (vedi tappa cote des bar) che sale in potenza vinosa mostrando anche una “mano” molto abile e sapiente ma soffre la tipologia di sapidità meno gessosa rispetto allo chardonnay precedente. Tuttavia viene premiato dai degustatori con un bel 9,06 (è uno champagne che sa farsi voler bene).
Arriva l’arrosto di reale con patate al forno e maionese all’aglio nero servito dalla padrona di casa (Fiorenza) che sembra quasi “scivolare” tanta è la grazia con cui cammina e poggia i piatti sul tavolo quindi degustiamo l’ultimo champagne di serata, il Solemme Ambre 2016 nature 100% meunier direttamente dalla parcella “La Motelle” (vedi tappa montaigne de reims); inutile dire che ha retto egregiamente la prova “carne” ma, come ci aveva stupito la scorsa settimana, ci ha super-stupito in questa occasione. Inutile descriverlo e, se proprio vogliamo trovare un difetto, è nell’enorme personalità che quindi non lo rende abbinabile a piatti molto “light”. Il voto di ben 9,40 (ha preso diversi 10 tra cui un 10 e mezzo!) parla chiaro: è il vincitore assoluto e con lui il piccolo villaggio da cui proviene (Villers aux noeuds) con soli 174 abitanti in cui Paul Langlais nel 1998 ha creduto investendoci tutto! Il dessert della casa consistente in un gelo all’arancia con granella di pistacchio e cioccolato fondente veramente delizioso ci toglie un pò di “gesso” del Solemme dal palato e ci congeda da una serata che ricorderemo vita natural durante per la qualità dei piatti, degli champagne e dell’atmosfera pregna di sana convivialità e “complicità”. Mettere in risalto i terroirs “anonimi o non considerati”della Champagne era un desiderio che cullavo da tempo ed ora che sono riuscito a metterlo in pratica mi sento a posto con la mia “coscienza di enotecario”.
Chiudiamo con i ringraziamenti speciali a coloro che mi hanno ispirato o aiutato, in primis il mio mentore Maurizio Angelozzi (presente dietro mio invito), colui che 15 anni fa mi ha iniziato alla degustazione dei vini usando prevalentemente i sensi poi l’importatore Sig. Ugolini titolare della Sun Import di Torrevecchia Pia (PV) oltre che i 25 degustatori, gente comune desiderosa di sapere più di niente ma meno di tutto sul vino; inoltre Claudio Galliè, amico ma soprattutto talento naturale “nell’entrare nel calice” di ciò che gli si mette davanti e l’avvocato Edi Della Sala, rappresentante zonale della Chaine des rotisseurs che ha dato un tocco di classe ed esperienza con la sua presenza. Come non dimenticare Maxime, il degustatore di madrelingua francese che mi ha aiutato nella pronuncia corretta dei nomi e termini francesi tra l’altro venendo da Pescara ed infine un ringraziamento a me stesso che, dopo 40 anni di lavoro, non ho smesso di SOGNARE!
Stefano Grilli – enotecario – ENOTECA SARAULLO – ANNO DOMINI 1966 – TORTORETO