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Pescara

Trattamento fanghi a Piano di Sacco: il centrosinistra di Città Sant’Angelo contro la proroga

Città Sant’Angelo. Prosegue la battaglia del centrosinistra di Città Sant’Angelo su Piano di Sacco, località angolana dove è previsto, tra le altre iniziative imprenditoriali, il progetto per la realizzazione di un impianto di trattamento dei rifiuti.

Oggi è prevista all’ordine del giorno del comitato di Valutazione di Impatto ambientale della regione Abruzzo la discussione della proroga del parere favorevole da loro espresso nel 2017 per la realizzazione della piattaforma per il trattamento e il recupero di sedimenti di dragaggio fluviali e marino costieri. “Realizzazione contestata in tutte le sedi idonee dalla passata amministrazione comunale di Città Sant’Angelo, in sinergia con le associazioni, producendo documenti e audizioni in sede di comitato VIA”, ricordano la consigliera comunale Pd Catia Ciavattella (in foto) e Alice Fabbiani della sezione locale di Sinistra italiana, che aggiungono: “Nel 2017 fu approvata anche una delibera di giunta con la quale si motivava e si esprimeva la netta contrarietà a tale realizzazione.  contestualmente la provincia di Pescara e i comuni limitrofi adottavano la stessa delibera nei rispettivi consigli e Giunte”.

“Oggi la ditta, che nel frattempo ha provveduto ad una volturazione della titolarità delle autorizzazioni ad altra società”, proseguono Fabbiani e Ciavattella, “richiede la proroga di un parere per un impianto che dovrebbe essere già stato realizzato e dovrebbe essere addirittura funzionante. Lo stato dell’arte invece è nettamente diverso in quanto nonostante sia stato comunicato l’inizio dei lavori a novembre 2021, dopo oltre due anni nell’area in questione non c’è ancora nulla oltre ad un recinto da cantiere. Il terreno è sempre stato ed è attualmente coltivato a seminativo”.

“Questo progetto ha avuto un iter procedurale anomalo fin dall’inizio. Infatti nel 2013 la Regione approvò solo una parte del progetto”, incalzano le due del centrosinistra, “Funzionalmente collegato alla piattaforma era previsto un impianto di chiarificazione e desalinizzazione, sezione importante della struttura proprio perché necessaria alla gestione dell’impianto. Non si può non ricordare come questa parte del progetto sia stata sottoposta a valutazione ambientale solo parecchio tempo dopo. Già in passato facemmo notare attraverso interpellanze l’attuazione di tale procedura nettamente sui generis, e chiedevamo spiegazioni. Purtroppo fummo ignorati”.

C’è poi “il cambio del contesto territoriale nell’area che fa decadere la possibilità di una semplice proroga. Infatti già in passato denunciavamo la possibilità di un potenziale effetto cumulo considerato gli altri impianti presenti in loco”, proseguono Pd e Si, “Ora la situazione risulta aggravata dai recenti incendi verificatisi nella confinante azienda che si occupa di trattamento rifiuti (tre in meno di un mese) e considerando che nel 2017 tale azienda non aveva nemmeno avviato l’attività di recupero del materiale plastico ma provvedeva solo allo stoccaggio e dal nuovo progetto della società Ambiente Spa di realizzare un biodigestore anaerobico a pochi passi. Inoltre la portata del fiume Fino è già limitata, ma a causa della mancanza in questi ultimi anni di ogni tipo di precipitazione, è sempre più compromessa tanto da risultare la maggior parte dell’anno assente anche nei mesi invernali. I contadini sono stati costretti ad abbandonare diverse colture proprio per la mancanza di acqua da attingere ed utilizzare. Considerando che l’attività di trattamento dei sedimenti prevede l’approvvigionamento ed utilizzo dell’acqua, la situazione del fiume Fino è di particolare interesse e deve senza alcun dubbio essere presa in considerazione. Questo è un fattore delicato che potrebbe compromettere irrimediabilmente il fragile ecosistema presente”.

“Ci appelliamo nuovamente al Comitato VIA e chiediamo di prendere seriamente in considerazione tale situazione e soprattutto il reale stato dell’area in questione”, concludono Ciavattella e Fabbiani.

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