Il garante dei detenuti di Regione Abruzzo, Gianmarco Cifaldi, ha partecipato, lo scorso venerdì 15 marzo a Roma, all’incontro dei Garanti regionali, convocato dal “Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà (Gnpl).
“La nostra regione – ha detto Cifaldi – è stata riconosciuta dal presidente dell’autorità garante, Felice Maurizio D’Ettore, come esempio significativo a livello nazionale per l’attivazione di buone prassi nella gestione delle problematiche carcerarie. L’Abruzzo è capofila per il progetto ‘Cartella Sanitaria digitale’, un fascicolo completo che racchiude ogni informazione relativa all’assistenza sanitaria fornita ad ogni singolo detenuto. Inoltre – sottolinea il Garante abruzzese – ho rappresentato la difficile situazione che vivono i ristretti e il personale carcerario in alcune case circondariali delle regione. Ho chiesto di supportare ulteriormente la nostra azione per mettere in campo iniziative concrete tese ad eliminare le residue criticità che possono scatenare fenomeni di aggressività o autolesionismo, fino a sfociare in casi di suicidio”. Il presidente del Garante nazionale, D’Ettore, affiancato dagli altri componenti dell’autorità, Irma Conti e Mario Serio, ha sottolineato l’importanza di risposte unitarie, condivise e concrete nel rispetto delle diverse sensibilità.
“Non si può dubitare – ha detto – che il valore della persona nella sua interezza debba essere la finalità e che la strada da seguire sia quella tracciata dalla Carta costituzionale: in questa direzione si inserisce l’impegno e l’attenzione del Garante rispetto al tema importantissimo e trasversale della tutela della salute in tutti i luoghi di privazione della libertà compresi i Centri per il rimpatrio (CPR). Sulla situazione nazionale delle carceri è intervenuto il portavoce della Conferenza dei Garanti territoriali, Samuele Ciambriello, che ha delineato i problemi principali: “Sovraffollamento carcerario, eventi suicidari, alto numero di persone detenute con pene residue brevi e per i quali occorre intervenire con misure ad hoc ovvero anche attraverso un’applicazione ragionevole delle misure di esecuzione penale esterna già previste dall’ordinamento”.
Le conseguenze immediate della nuova fase di stretta collaborazione tra Garanti saranno la prossima sottoscrizione di un Protocollo di intesa di coordinamento delle attività comuni mirante a raggiungere i primi risultati concreti e la imminente creazione di gruppi di lavoro tra Collegio del Garante e Conferenza dei Garanti territoriali, volta anche a richiedere la partecipazione dei Dipartimenti ministeriali interessati nelle materie di competenza. La Conferenza dei Garanti territoriali ha, infine, offerto la propria disponibilità ad effettuare attività di monitoraggio e studi per avviare azioni comuni di sistema al fine di promuovere un innalzamento dei livelli di tutela dei diritti delle persone private della libertà.