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Teramo

“A Montorio si limita diritto di parola dei consiglieri”: interessato il prefetto

La denuncia dei consiglieri di opposizione contro la norma apparsa nel nuovo regolamento

Nel nuovo regolamento per il funzionamento del consiglio comunale di Montorio l’opposizione denuncia l’ennesima manifestazione di atteggiamento autoritario da parte del sindaco.

A sottolinearlo i consiglieri comunali Eleonora Magno, Andrea Guizzetti, Alessandro Di Giambattista e Alessia Nori.

In un comma del nuovo regolamento, approvato con voto contrario dell’opposizione, “il sindaco e la sua maggioranza hanno inserito una disposizione che limita il diritto di parola dei consiglieri comunali. Per l’art. 57, c. 2 Nella trattazione dello stesso argomento, ciascun Gruppo Consiliare, delegando uno o più dei propri Consiglieri, può parlare per 2 (due) volte, la prima per non più di 10 (dieci) minuti e la seconda per non più di 5 (cinque) minuti per rispondere all’intervento di replica del Sindaco o del relatore. Una norma che a tutti gli effetti non garantisce a ogni eletto di potersi esprimere su ogni singolo punto e stabilisce che i consiglieri, per poter parlare, dovranno essere autorizzati dai rispettivi capigruppo; una vera e propria censura che nei fatti mira ad impedire ad alcuni consiglieri, da ora in poi, di prendere la parola. Nonostante le proposte di emendamento e le varie sollecitazioni della minoranza il sindaco tira diritto e convoca per oggi pomeriggio le commissioni consiliari. L’opposizione per protesta non parteciperà, in quanto il sindaco cosi facendo ha ridotto il consiglio comunale e le commissioni consiliari a comparire in riunioni dove si potrà solo alzare la mano senza più discutere, insomma l’ambiente ideale per quel che è rimasto della maggioranza: consiglieri e assessori che in quattro anni non hanno mai preso la parola in consiglio comunale”.

E ancora: “Purtroppo per il sindaco tale norma non potrà essere applicata, a dirlo il Ministero del’Interno in un parere del 2016 che trova conforto anche nella giurisprudenza (T.A.R. Campania Napoli, Sez. I, 25/03/1999, n.847). Nel parere leggiamo infatti che la disposizione regolamentare che assegna al sindaco-presidente del consiglio la facoltà di negare il diritto di parola ad un consigliere, qualora sullo stesso argomento si sia pronunciato il proprio capogruppo, non è legittima perché l’articolo 43 del decreto legislativo n. 267/00, riconoscendo il diritto di iniziativa dei consiglieri su ogni questione sottoposta alla deliberazione del consiglio, non limita la facoltà in parola alla sola presentazione delle proposte, ma intende, invece, garantire ad ogni singolo eletto il diritto di esprimere la propria personale posizione nell’ambito del consiglio, diritto non surrogabile da manifestazioni di volontà collettive imposte dal regolamento. Abbiamo coinvolto il prefetto di Teramo chiedendogli di visionare il regolamento e di porre in essere ogni possibile iniziativa affinché vengano sanati gli aspetti ritenuti illegittimi e lesivi del diritto di espletare il mandato di ogni consigliere e quindi di rappresentare tutti i cittadini”.

 

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