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Fotovoltaico: l’impatto sull’aumento dell’occupazione

La scelta sempre più frequente di installare pannelli fotovoltaici in contesti domestici, e non solo, rappresenta un vantaggio  sia per l’ambiente, sia per i posti di lavoro. Attualmente sono circa 25mila gli occupati nella filiera del fotovoltaico in Italia e si stima che entro il 2030 potrebbero diventare 300mila.

Questa imponente crescita è vincolata al raggiungimento degli obiettivi del Piano 2030 del settore elettrico che prevede, per i prossimi anni, l’installazione di 85 gigawatt di rinnovabili, 58 dei quali devono essere legate all’installazione di pannelli fotovoltaici.

La situazione a livello europeo

Secondo dati aggiornati al 2022, i pannelli fotovoltaici producono in Europa un totale di 209 gigawatt (fonte: Associazione Solar Power Europe). Per il 2030, anno cruciale per gli obiettivi di sostenibilità mondiali, l’ambizioso traguardo da raggiungere è di 750 gigawatt.

Gli effetti della strategia solare dell’Unione Europea

Il 18 maggio 2022 è stato firmato il nuovo pacchetto strategico relativo alla gestione dell’energia solare da parte dei Paesi UE. Le nuove misure hanno dato origine a diverse importanti realizzazioni che coinvolgono anche l’Italia, con miglioramenti di rilievo soprattutto nell’ambito dell’agri-voltaico, unendo appunto la produzione agricola al fotovoltaico.

Grazie al Regolamento UE 2022/2577, le procedure di autorizzazione si sono ulteriormente snellite e ora si punta ad altri obiettivi, come ad esempio l’aumento dei posti di lavoro in una filiera fondamentale per il futuro.

Le prospettive per il 2023

Il ricorso all’energia solare continua a crescere: secondo SolarPower Europe, un’ulteriore crescita annuale del settore supererà tutte le aspettative, aumentando una nuova capacità di oltre i 50 gigawatt per il 2023 e raggiungendo gli 85 gigawatt nel 2026. Per quanto concerne l’Italia, al 6° posto nella classifica europea, nei prossimi 3 anni potrebbe installare da un minimo di 16,4 gigawatt a un massimo di 34 gigawatt, in termini ottimistici. Se, entro il 2030, l’Italia riuscisse ad installare gli 85 gigawatt rinnovabili previsti dal piano RePowerEU, potrebbe raggiungere, partendo da un attuale 36%, un 84% di energia pulita nel mix di produzione elettrica. In termini occupazionali, si prevedono 470.000 nuovi posti di lavoro nella filiera e nell’indotto elettrico per il 2030.

I dati sull’incremento delle installazioni nel nostro Paese lo scorso anno possono, a ragione, essere definiti esponenziali (+174% rispetto al 2021). Attualmente ci si sta interrogando sull’adeguatezza degli strumenti e sulla loro capacità di supportare questa crescita.

L’Italia si trova ad affrontare alcune criticità, quali ad esempio la complessità delle procedure burocratiche oltre alla mancanza di personale. Molti player del settore, infatti, si trovano costretti a importare manodopera specializzata o a lavorare con ditte di altri Paesi.

Ciò comporta un rallentamento dei processi di realizzazione sia di grandi sia di piccoli impianti. Per centrare gli obiettivi internazionali, sarebbe utile poter disporre dell’installazione di circa 4 gigawatt all’anno. Un’altra problematica non meno importante riguarda la lentezza della connessione tra impianti e rete elettrica, che impatta soprattutto sul fotovoltaico domestico.

I problemi da risolvere sono quindi molteplici ma, fortunatamente, l’industria del fotovoltaico si sta dimostrando molto versatile: un esempio in questo senso riguarda le innovazioni dei pannelli ibridi, che combinano celle al silicio e materiali come la grafite. Il risultato è un incremento del 15% circa dell’energia prodotta.

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