Scambiato per una spia dopo aver fotografato un treno: l’esperienza vissuta in Russia
Viene scambiato dalla polizia come una spia e trascorre un’intera giornata in un posto di polizia. Ma non solo: foto e storia vengono raccontati in 18 giornali russi. Il tutto per essere stato notato e poi fermato per aver fotografato un cavalcavia e un treno.
La storia, quasi paradossale, anche per l’incedere degli accadimenti la racconta lo stesso protagonista; Bruno Aolisi, 63 anni, in passato responsabile della sicurezza allo stadio Fadini e ora in pensione. Bruno da anni si reca in Russia, a Pern, a trovare la sua compagna Svetlana.
E dopo il Covid e nel pieno della guerra è tornato a volare nella cittadine degli Urali. Dunque non un neofita e né tanto meno una persona sospetta.
Non però per la polizia russa che lo tenuto sotto osservazione per un’intera giornata, lo scorso 28 marzo. Ci sono volute ore per chiarire tutto, con l’aiuto della compagna, per poter uscire dall’equivoco. Ma ciò nonostante è diventato famoso visto che tutta la stampa russa, cartacea e online, ne ha parlato. Anzi sui giornali si parlava di vero e proprio arresto.
Già l’arrivo in Russia è stato avventuroso, per varie ragioni. Lo scorso 28 marzo, Bruno Aloisi, giunto nella cittadina degli Urali, ha fatto una passeggiata per la città ed è rimasto incuriosito da un cavalcavia e dal passaggio di un treno merci. E ha iniziato fare delle foto. “Ad un certo punto racconta Aloisi, con dovizia di particolari, “sono stato avvicinato da un poliziotto che mi ha chiesto i documenti e il cellulare e dicendomi che non potevo fare delle foto. Il tutto con estrema difficoltà, anche perchè il poliziotto non parlava inglese. Ha chiesto il numero di telefono della mia compagna e si sono sentiti”.
A quel punto il giuliese è stato accompagnato in un posto di polizia dove sono arrivati altri agenti dell’FSB (ex Kgb, i servizi segreti russi). “Hanno continuato a farmi mille domande e a chiedere cosa avessi fotografato, il tutto con google translate”.
L’uomo doveva anche prendere un medicinale e gli è stata concessa mezz’ora per tornare a casa della compagna, prendere il tutto e tornare nel posto di polizia dove la cosa è proseguita, venendo addirittura fotosegnalato. Alla fine è stato nella sostanza rilasciato e ha potuto far ritorno a casa.