La legge nazionale di riferimento esiste: l’accordo Stato regioni anche, così come alcune realtà territoriali (le vicine Marche su tutte) le prevedono. In Abruzzo, invece, la progettualità stenta a decollare e gli interventi in termini di inclusione sono troppo sporadici.
Nel composito mondo legato alle disabilità (intellettive nel caso di specie) le testimonianze e le esigenze che arrivano da territorio appaiono determinanti per la soluzione di alcune problemi.
La mancanza del Tis. L’acronimo Tis sta per tirocini inclusione sociale: sperimentati con successo e soddisfazione in altre regioni, ma che in Abruzzo fanno fatica a trovare applicazione pratica. A sottolineare la valenza del Tis, e l’esigenza di metterlo in pratica, arriva dalle famiglie che frequentano il centro diurno Anffas di Martinsicuro. “L’offerta e le progettualità per persone adulte affette da disabilità intelettiva e relazionanale”, la considerazione delle famiglie, ” non ci sono e comunque non sono sufficienti. L’inclusione non può passare per progettualità limitate. La soluzione dei tirocini, invece, appare come una di quelle capaci di dare risposte importanti alle famiglie e ai disabili”.
Ruolo sociale. Quello che manca è la possibilità per chi convive con le disabilità intellettive di poter svolgere un impiego, un lavoro, in maniera continuativa e non essere limitati a periodi brevi o a situazione estemporanee. “Non sono importanti i soldi e i compensi”, dicono le mamme, ” ma i ragazzi vogliono sentirsi utili e avere un ruolo sociale, fatto di relazioni e di confronto con la società. Con la possibilità di esprimersi di dare un contributo in base alle proprie capacità”. E gli esempi sono tanti, sul piano lavorativo. “Mancano opportunità durature in questo ambito, perchè spesso si tratta di situazioni stagionali.