Il Collegio dei revisori dei conti della Regione Abruzzo ha espresso parere non favorevole sulla delibera della Giunta regionale che destina 68 milioni di euro per la copertura del buco del servizio sanitario regionale, prodotto dalle quattro Asl abruzzesi che nel 2023 hanno accumulato un debito complessivo di oltre 122 milioni di euro.
La restante parte è stata coperta con avanzi di amministrazione ed altre economie.
La delibera sarà all’esame del Consiglio regionale convocato d’urgenza per domani alle 16 con i tempi di approvazione contingentati alle ore 20.
Il documento sarà al vaglio della commissione Bilancio dalla 10,30 alle 15 di domani, anche in questo caso con tempi contingentati dalla maggioranza di centrodestra.
L’urgenza è legata al fatto che le carte dovranno essere presentate il 27 maggio prossimo al tavolo di monitoraggio nazionale a cui sono sottoposte anche le ex Regioni ‘canaglia’, tra cui l’Abruzzo che è stata commissariata per il deficit sanitario dal 2007 al 2017.
Per il buco nella sanità le opposizioni, in particolare il consigliere dem Sandro Mariani, presidente della commissione di Vigilanza, hanno chiesto le dimissioni dell’assessore regionale alla Salute Nicoletta Verì.
Camillo D’Alessandro (Italia Viva). “I nodi vengono al pettine ed il parere è molto pesante nelle motivazioni – spiega D’Alessandro. Intanto la Delibera di copertura è avvenuta in assenza di allegati e prospetti contabili che consentano la congrua verifica delle partite poste a copertura. Cioè hanno approvato una delibera, che avrà effetti finanziari nei prossimi anni, senza carte”
“Inoltre la copertura che non c’è – riprende D’Alessandro – si base su un “presunto” utilizzo di una quota dell’avanzo di amministrazione, di oltre 13 milioni, appunto presunta, perché dovrebbe derivare dal Rendiconto 2023, che gli stessi revisori ricordano sia stato approvato in violazione dei principi contabili. “
” Quindi prima hanno prodotto perdite ingenti all’interno del sistema sanitario regionale – attacca D’Alessandro – dopodiché hanno dato corso ad una copertura che non è nè certa, nè disponibile. Insomma una finzione contabile con effetti negli anni successivi “
” Se dovessero andare avanti – conclude D’Alessandro -nonostante questo parere chi lo farà si assumerà direttamente una precisa responsabilità contabile, anche i consiglieri che dovessero approvare le leggi di bilancio, o le variazioni al bilancio, “infettate” della finzione delle coperture che dispiega effetti anche negli anni successivi”