Pescara. Oltre 300 atleti impossibilitati ad allenarsi e svolgere attività sportiva alle Naiadi: sono i tesserati del del Club Aquatico di Pescara, ed è proprio il presidente della società pescarese, Riccardo Fustinoni, che chiama in causa Regione Abruzzo e Fira che hanno preso in mano la gestione dell’impianto di viale Riviera Nord.
Il Club Aquatico aveva gestito temporaneamente le Naiadi per quattro mesi, presentando anche la domanda per la gestione ventennale, prima della chiusura dell’impianto seguita da una vicenda giudiziaria. Oggi Fustinoni ha tenuto una conferenza stampa per denunciare la posizione della sua società: “I fatti sono che gli atleti del Club Aquatico non possono entrare nell’impianto e questo perché nell’ambito della procedura e manifestazione di interesse che è stata bandita dalla Fira attuale gestore dell’impianto, è stata inserita una clausola che avallata dalla Giunta regionale prevede che la società non debba avere debiti con Regione o Fira o contestazioni”.
“Premesso – ha aggiunto – che la mia società non ha alcun debito con Fira e Regione Abruzzo, resta il fatto che una qualsiasi contestazione, anche in termine di crediti richiesti da parte nostra alla Regione, risulta essere una contestazione. Da questo la Fira ha negato lo spazio acqua al Club Aquatico. Voglio dire che la stagione appena conclusa è stata un bagno di sangue perché abbiamo fatto tutte le partite della B fuori casa tra Avezzano, Ancona, Ostia e Anzio. Anche l’anno prima con la gestione in proroga della Pretuziana avevamo avuto spazi insufficienti e anche quell’anno abbiamo dovuto utilizzare per allenamenti e partite le piscine della Provinciale, Avezzano e Ancona, spendendo soldi per far allenare e giocare i nostri ragazzi”.
Fustinoni, quindi, si rivolge “alla maggioranza di centrodestra comunale, regionale, al presidente Marsilio e all’assessore Quaglieri che sono i primi incaricati a risolvere questa problematica e ad indagare se anche all’interno della stessa maggioranza ci sia qualcuno che sta ragionando diversamente non tanto per non far entrare la mia società che è la prima in Abruzzo per qualità quanto i nostri atleti cui sono negati i sogni di partecipare, perché no, ad una Olimpiade. Stiamo pagando credo per quanto accaduto in passato quando ci presentammo per la gestione delle Naiadi da liberi imprenditori e non si è mai visto un accanimento con richiesta di certificazioni dopo tre giorni e dopo aver messo a norma un impianto che faceva acqua da tutte le parti”.
Oggi la Fira – ha concluso – sta utilizzando i nostri lavori e i nostri soldi per riaprire nonostante abbia fatto altri investimenti che saranno costati tanto. Sono stati riassunti quattro bagnini e tre persone della reception e un direttore non sappiamo scelto con quale procedura pubblica e il tutto per fare allenare circa 100 atleti perché senza quelli del Club Aquatico le altre società arrivano ad un centinaio di atleti. Se facciamo un conto costi-benefici vediamo che perdita oggi sta subendo questa gestione”.