Pallacanestro Roseto 2020-2024: un campionato lungo 4 anni….che non è ancora finito
Tre finali non sono bastate per tornare in A2, ma il sodalizio biancazzurro può però sorridere al futuro
Diciamolo chiaramente: il giorno dopo non può che bruciare ancora tanto una sconfitta arrivata proprio ai titoli di coda della stagione, nell’ultima partita da tutto o niente, da giocare davanti a migliaia di tifosi pronti a sostenerti in ogni modo più o meno leciti.
La serie valevole per la promozione in A2, conclusasi con il ko a domicilio della Liofilchem Roseto con l’Akerns Libertas Livorno nella decisiva Gara 5, ha però riacceso l’entusiasmo straboccante di un’intera città, tornata ad impazzire per le vicende della pallacanestro locale.
Grande merito ad una società, ad un consorzio di imprenditori e di tifosi che c’hanno sempre creduto, facendo di tutto per riportare gente al palazzo e riuscendoci in un cammino lungo 4 anni, che non ha ancora avuto il lieto fine sportivo ma che va ricordato in una sorta di cronistoria più o meno sintetica, fatta di soddisfazioni ma anche di delusioni e di ostacoli incontrati lungo il percorso.
La mente ritorna agli ultimi sgoccioli di una tristemente nota primavera 2020, quando ognuno di noi si è trovato per la prima volta a fare i conti con una pesante pandemia.
Cestisticamente e “rosetanamente” parlando, si stava concludendo definitivamente lo sciagurato (quantomeno negli esiti finali) abbinamento Stella Azzurra-Roseto Sharks, con prima il campionato interrotto causa Covid con i biancazzurri in zona retrocessione e poi la fuga della società capitolina che stava portando all’ennesima morte della pallacanestro cittadina.
Nel corso del mese di giugno però giungono le prime voci di una possibile unione di imprenditori locali per tenere in vita il basket rosetano. A fine mese viene presentato il Consorzio Le Quote, un sodalizio fin lì di una ventina di imprenditori che spiega le proprie apprezzabili intenzioni (ai tempi soltanto ipotetiche). In fretta e furia viene rilevato un titolo di B e la pallacanestro cittadina è salva, almeno per quanto riguarda la stagione 2020-2021.
Col passare delle settimane viene prima presentato il nuovo contesto societario, con la carica di presidente affidata all’ex giocatore, procuratore e grande uomo di basket giuliese Ernesto Ciafardoni: il trasporto, la passione, l’amore per la causa e l’orgoglio per il ruolo assegnatogli dalla proprietà traspare da ogni poro ed in breve tempo farà innamorare gli appassionati rosetani più o meno giovani che non avevano avuto il piacere di conoscerlo a sufficienza.
La squadra che parteciperà al campionato di B Nazionale sarà guidata in panchina da Tony Trullo e da altri cavalli di ritorno quali Amoroso, Ruggiero ed il rosetano doc Di Emidio. In palazzetti vuoti o semivuoti a seconda dell’andamento dei picchi di crescita o dei cali dei casi Covid, la squadra convince sempre più, prima raggiungendo i play-off e poi proseguendo il proprio cammino fino alla finale promozione: il sogno si spegne negli ultimi 8’ nel catino infernale di Nardò, quando i rimaneggiati biancazzurri cedono soprattutto alla fatica ed al gran caldo del Pala Pasca dovendo rinunciare alla conquista dell’A2 al primo colpo.
Ci si riprova l’anno successivo, con un roster quasi completamente confermato ma con un nuovo giovane condottiero locale, Danilo Quaglia, alla prima esperienza da head coach dopo alcune fruttuose esperienze da assistente. I risultati sembrano essere eccellenti, prima con la conquista della Coppa Italia alzata proprio al PalaMaggetti e poi con il primo posto nella regular season; il cammino verso la A2 si arresta inaspettatamente in finale contro Rimini, che chiude la serie sul 3-1 dopo avere espugnato per due volte consecutive il parquet rosetano.
Allenatore confermato ma squadra modificata e, almeno nelle intenzioni, rafforzata per la terza stagione di gestione societaria del Consorzio Le Quote. Si tratta di un’avventura più tumultuosa delle aspettative, con un avvio deludente; arriva poi una graduale crescita grazie anche al reinserimento “al centro del villaggio” del quasi 43enne Amoroso (che nelle intenzioni sarebbe dovuto essere una sorta di asso nella manica da tirare fuori al bisogno e non più il fulcro, come invece era stato fino a pochi mesi prima), i cui esiti sono positivi a stretto giro ma un po’ meno nel lungo periodo. La squadra si presenta comunque ai play-off con rinnovate ambizioni frenate però in semifinale con Fabriano.
L’ultimo atto inizia invece la scorsa estate, con un nuovo progetto che vede il ritorno di Marco Verrigni nelle vesti di ds, l’approdo in panchina di Franco Gramenzi, un roster guidato dal due volte vincitore dell’Eurolega Vangelis Mantzaris e dal lungo Mitch Poletti; quest’ultimo saluta però anzitempo la baracca. Il resto della storia recente è invece superfluo o prematuro analizzarlo nei dettagli, essendo ben presente nella mente di chi legge e di chi non è riuscito neanche stavolta ad alzare le braccia al cielo ma che, passata la delusione, potrà mettersi alle spalle questo cammino quadriennale con la consapevolezza di poter guardare al futuro con fiducia.