Il Ministero della Cultura e la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio non possono negare l’accesso agli atti sulla autenticità del Guerriero di Capestrano, statua simbolo della Regione Abruzzo: lo ha deciso il Tar Abruzzo che ha accolto il ricorso di Alessio Consorte, curato dall’avvocato, Luca Presutti del foro di Sulmona, presentato contro il Mic.
I giudici amministrativi hanno intimato al Ministero di esibire gli esami XRF poiché Consorte svolge attività di divulgatore scientifico, foto e video reporter, giornalista, ed è impegnato in un’indagine volta a verificare l’autenticità e veridicità del manufatto.
La scultura, scoperta nel 1934 in una necropoli dell’antica citta’ di Aufinum, localita’ situata nei pressi di Capestrano (L’Aquila), raffigura un guerriero dell’antico popolo italico dei Vestini.
Secondo il Tar, infatti, il giornalista “vanta un interesse diretto, concreto e attuale all’analisi del richiesto esame XRF sui menzionati reperti, con ben correlato nesso di strumentalità tra l’interesse e l’oggetto dell’accesso”.
“L’indagine di Consorte, quindi, è tutt’altro che volta a meri intenti esplorativi o di controllo generalizzato”- rimarca l’avvocato Presutti secondo il quale la decisione del Tar non era scontata.
“L’accesso agli atti per opere artistiche si fa solitamente per questioni personali.
In questo caso, con il dispositivo, è stato riconosciuto anche il diritto ad informare che è un elemento importante per la professione del mio cliente”- commenta Presutti secondo il quale “il Ministero bene avrebbe fatto a fornire subito la documentazione anziché finire davanti ai giudici”.
La vicenda risale al giugno 2022, quando nel corso di una inchiesta giornalistica sulla scultura Consorte chiedeva di poter eseguire delle analisi con metodo XRF sui pigmenti e sulla pietra della statua e sul torso femminile (la Dama, ndr), al fine di comprendere la composizione chimica dei pigmenti.