Trasferimento illegittimo della dipendente: condannata la Poliservice
Provvedimento del giudice del lavoro
Nereto. Il trasferimento nei confronti della dipendente della Poliservice, di quasi due anni fa, è illegittimo. E la società multiservzi della Val Vibrata deve essere ricollocare la donna, con effetto immediato, nella sede di lavoro di Nereto con le stesse mansioni svolte in precedenza.
E’ decisamente chiaro il dispositivo della sentenza del giudice del lavoro di Teramo, Daniela Matalucci, che ha accolto il ricorso presentato da una dipendente dell’azienda, che nella sostanza era diventata la coordinatrice del settore che si occupa di fatturazione della Tari (D.P. le iniziali), difesa dall’avvocato Carlo Fedele. La Poliservice è stata condannata anche a farsi carico delle spese legali e di giudizio.
La vicenda. Tutta la questione prende forma nel giugno del 2022 quando la donna, alle dipendenze della Poliservice dal lontano 2004, chiede un periodo di aspettativa non retribuita per tre mesi per problemi di salute. Al rientro in azienda, però, le viene comunicato il trasferimento in un’altra sede di lavoro. Da Nereto, sede principale della Poliservice, al Comune di Sant’Egidio, con funzioni e mansioni diverse.
Al rientro in ufficio, infatti, al termine del periodo di aspettativa, l’azienda le aveva vietato l’accesso ai canali informatici con trasferimento, a Sant’Egidio alla Vibrata a partire dall’ottobre del 2022, ad oggi, come addetta allo sportello e dunque con mansioni diverse e soprattutto inferiori rispetto all’inquadramento professionale.
Va detto che a partire dal 2006, la dipendente era diventata la coordinatrice della fatturazione della tassa dei rifiuti per sei Comuni con una progressione professionale con inquadramento di settimo livello.
La causa. Il provvedimento dell’azienda, come detto, è stato impugnato dalla ricorrente e dopo un tentativo, non andato a buon fine, di conciliazione, è arrivato a sentenza. E la ricostruzione fatta dal giudice del lavoro è stata dettagliata, anche alla luce delle testimonianze e degli atti prodotti. In pratica, non vi erano motivi tali per giustiifcare il trasferimento e sotto questo aspetto anche una sorta di demansonamento con un’attività di sportello, al Comune di Sant’Egidio, dove era stata trasferita la donna. E nel dispositivo emerge, in maniera chiara, che il trasferimento appare come una sorta di provvedimento di ritorsione al perido di aspettativa richiesto.
Ora, come detto, il giudice ha sancito l’illegittimità del provvedimento, adottato durante la gestione del precedente consiglio di amministrazione della Poliservice, e la donna dovrà essere tornere al lavoro nella sede di Nereto con la stesse mansioni, stesso inquadramento o equivalenti.