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Teramo

Roseto, retorica fascista in consiglio comunale: la polemica VIDEO

Presa di posizione del presidente del consiglio comunale

Sayonara Tortoreto

Sono già due le sedute di consiglio comunale in cui il capogruppo di Fratelli d’Italia Francesco Di Giuseppe fa esplicito ricorso alla retorica fascista per apostrofare la massima assise cittadina come un’aula “sorda e grigia” , utilizzando un passo del discorso pronunciato da Benito Mussolini il 16 novembre 1922 in Parlamento dopo la marcia su Roma.

 

Un discorso, il cosiddetto “discorso del bivacco”, rimasto tristemente famoso per la sua sprezzante brutalità e che rappresento’ il primo passo verso il regime, verso l’annientamento del Parlamento italiano e la cancellazione di ogni forma di libertà politica e sindacale.

Come Presidente del Consiglio Comunale e come garante della democrazia in città, non posso tollerare tali riferimenti, ne’ posso permettere che l’aula venga ridotta a un campo di battaglia verbale senza limiti, utilizzando tra l’altro espressioni riconducibili ad uno dei periodi più bui della nostra storia.

“È preoccupante che con tanta leggerezza si faccia ricorso a tale retorica, che in un consiglio comunale si usino espressioni di mussolininiana memoria o che si chiami un consigliere “camerata” come accaduto in questi giorni a Verona: credo che o non si conosce la storia o la si conosce così bene che si scelgono proprio quei termini per parlare nel massimo consesso cittadino, il che è ancora più grave”, scrive Gariella Recchiuti.
“In ogni caso, credo che il consigliere Di Giuseppe farebbe bene a chiedere scusa alla città.

Siamo tutti chiamati a essere custodi di questo patrimonio prezioso che è la nostra democrazia.

Invito, comunque, tutti a riflettere sulle parole che scegliamo all’interno di quest’aula e anche all’esterno e a promuovere un clima di collaborazione e rispetto reciproco”.

 

La replica. “La strategia maldestra di una certa sinistra, ormai, la conosciamo bene: vivendo estraniati dalla realtà e sempre più lontani dalle esigenze del popolo, non tollerano la crescita degli avversari e tentano in ogni modo di demonizzarli agitando lo spauracchio del fascismo”, dichiara Francesco Di Giuseppe, capogruppo del partito di Giorgia Meloni in consiglio comunale.

“Fa sorridere come il Presidente del Consiglio si mascheri, nella nota, da anima pia e da garante della democrazia nella nostra città quando ricordo benissimo le sue molteplici dichiarazioni in questi due anni e mezzo: quando diceva a microfoni aperti di essersi “rotta il c***” e quindi di non partecipare ad una riunione dei capigruppo indetta durante un consiglio comunale, arrivando addirittura a dichiarare apertamente di non essere “super partes”, come il ruolo che ricopre vorrebbe.

Ricordo come fu anche lei, nonostante il suo ruolo imponga terzietà, a presenziare alla conferenza stampa di attacco nei miei confronti in cui vennero lanciate pesantissime accuse al sottoscritto per essere “reo” di aver prodotto 10.000 emendamenti per bloccare il regolamento del consiglio comunale che poi fu, per l’appunto, bocciato dal T.A.R.

Bocciature al T.A.R. di cui il Presidente Recchiuti sta diventando recordman, viste le sonore batoste prese da quando si è insediata, condite dall’ormai consueta frase “ECCESSO DI POTERE” rivolta al suo ruolo e contenuta nelle sentenze che la inchiodano alle sue responsabilità.

La sua condotta dei lavori d’aula è ormai nota, basta scorrere le riprese di ogni consiglio per vedere come fraintenda ampiamente alcuni passaggi della minoranza spacciandoli come “accuse” e concedendo quindi repliche per “fatto personale” alla maggioranza e come sia invece distratta quando dai banchi della maggioranza o anche dal Sindaco arrivino accuse dirette e quindi ben più gravi ai consiglieri di minoranza, ma anche in questi casi continua a fare spallucce e a continuare nei suoi, ormai noti, risolini.

Un presidente del consiglio preoccupato più a trovare escamotage per rimettersi la fascia in raso, per le passerelle estive, che ai diritti delle minoranze, calpestate ieri per l’ennesima volta.

 

Il presidente del consiglio nella sua ricerca su Wikipedia, a scoppio ritardato visto che nulla aveva eccepito in aula durante il dibattito, dimentica però di leggere come solo pochi giorni fa utilizzava le mie stesse parole “aula sorda e grigia” Michele Serra, nota firma di La Repubblica, parlando della riforma del premierato:

Come funziona, presidente Recchiuti? Quando ad utilizzare queste provocazioni sono i vostri intellettuali di regime sono concesse e quando queste vengono utilizzate da chi è di centrodestra divengono improvvisamente richiami nostalgici?

 

Avrete mai il coraggio di affrontare la realtà e rispondere alle tante domande poste dopo la provocazione o continuerete ad essere sordi a questi quesiti?

Presidente, avrà mai abbastanza forza per sostenere le proprie tesi, sempre più impopolari in città, senza agitare un inesistente spauracchio fascista o rimarrete nel “grigiore” di questo finto civisimo?

La città ormai non ha più dubbi su dove si collochi politicamente questa maggioranza: a sinistra in tutto e per tutto, cattocomunisti che non distinguono i loro precedenti impegni parrocchiali con l’attuale incarico di guida della seconda città della Provincia.

Un bluff chiamato “svolta” che si manifesta sempre di più come un dramma per la nostra città costretta a pagare per gli errori commessi in primis da lei, che forse si, dovrebbe chiedere scusa ai cittadini Rosetani” conclude Di Giuseppe.

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