L’associazione Fuori Genere ha portato avanti questa mattina un sit-in nell’area antistante il Cup dell’ospedale dell’Aquila per chiedere il ripristino del servizio di interruzione volontaria di gravidanza farmacologica nel presidio del capoluogo.
“Ad aprile 2023 – ricorda una nota dei manifestanti – nella città dell’Aquila era stato attivato un ambulatorio che, nel più totale rispetto della privacy delle pazienti e grazie alla presenza di ginecologi non obiettori, garantiva il servizio di aborto farmacologico.
Negli ultimi mesi quell’ambulatorio è stato chiuso, il servizio è stato sospeso e le donne che vivono nel capoluogo e ne hanno necessità devono recarsi ad Avezzano”.
“Il diritto all’interruzione volontaria di gravidanza è sancito dalla legge 194 del 1978 nonché da normative sovranazionali ed europee – viene sottolineato – Mediante i progressi scientifici, è possibile se si è nelle prime 9 settimane richiedere la procedura medica che prevede l’accesso e la somministrazione della pillola RU486 che consente l’aborto in maniera sicura e senza ospedalizzazione per intervento chirurgico e anestesia”.
“Riteniamo che, soprattutto in questo momento storico in cui alcuni orientamenti politici e religiosi tendono già a criminalizzare l’aborto e a mettere sotto attacco la Legge 194, questo diritto vada difeso a ogni costo, e che qualsiasi restrizione dell’accesso al servizio vada a ledere i diritti fondamentali all’autodeterminazione e alla dignità della donna”.
“Per questo – viene aggiunto – crediamo fermamente che sia compito delle Istituzioni lavorare per la riapertura dell’ambulatorio il prima possibile, senza che ci si appelli a questioni attinenti carenza di personale, regolamenti di dubbia legittimità e, non da ultimo, rari esempi di effetti collaterali dove le statistiche ministeriali mostrano il 97% dei casi seguiti dall’inizio alla fine del percorso senza complicazioni”.