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Insegnante teramana truffata con la tecnica dello spoofing. Il caso

Donna raggirata con la falsificazione dell'identità

Una insegnate, 64 anni, ha denunciato ai carabinieri di Teramo di aver ricevuto una telefonata da un’utenza 086124981 (simile a quella della Centrale Operativa dei carabinieri) attraverso la quale l’interlocutore, qualificandosi come ufficiale dell’Arma, la informava che si era verificata una fuga di dati sensibili dai server dell’istituto di credito dove la vittima è correntista e che da lì a poco sarebbe stata contattata da un incaricato del servizio antifrode della banca.

 

Poco dopo la vittima veniva contattata, con un’altra utenza mobile, dal sedicente incaricato dell’Istituto bancario, il quale le riferiva che avrebbe dovuto fare un bonifico istantaneo di 11.000,00 euro in favore di un Iban dallo stesso indicato per poi recarsi in caserma, dove l’attendeva l’ufficiale dei carabinieri che l’aveva chiamata in precedenza.

La donna, purtroppo, aderiva a tale richiesta e, solo dopo essersi presentata in caserma, prendeva contezza di essere stata vittima di una truffa, nello specifico di un caso di spoofing, atteso che nessun carabiniere l’aveva contattato dal centralino della caserma.

Lo “spoofing” è una particolare tipologia di attacco che consente ad un malintenzionato di nascondere la propria identità per risultare “affidabile” alla vittima designata ed ottenere così accesso ad informazioni riservate e a dati sensibili. Nel caso in questione, i criminali sono riusciti a far figurare il reale numero di telefono della Stazione Carabinieri di Teramo.

Ecco perché occorre sempre più prestare attenzione a chiunque cerchi in qualche modo di carpire i nostri dati, in particolare, quelli riconducibili a conti correnti, carte di credito e simili.

I carabinieri, nel senso, ribadiscono che nessuno può lecitamente chiedere tali informazioni, soprattutto per telefono, per cui è importante, nel caso si sia ricevuta una telefonata dubbia, contattare subito il 112 per denunciare l’accaduto.

Una tecnica simile era stata messa in atto lo scorso 16 giugno in danno di una donna di Roseto degli Abruzzi che, tuttavia, non era caduta nella trappola.

 

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