Taglio agli enti pubblici. Il rischio: meno servizi e aumenti
La posizione di Patto per l'Abruzzo
Sui Comuni e le Province si abbatte la mannaia del Governo Meloni che decide di tagliare i fondi che sindaci ed Enti locali utilizzano per garantire servizi essenziali ai cittadini.
In Abruzzo questo taglio lineare si traduce in una perdita di circa 30 milioni, di cui i primi 5,8 in fumo già dal 2024 e poi a seguire per i prossimi 5 anni, fino al 2028.
Una scelta che colpisce le piccole e grandi realtà territoriali, basti pensare che i tagli coinvolgono ben 285 comuni sul totale di 305, oltre alle quattro Province.
Le associazioni degli Enti locali – l’ANCI, l’UNCEM, l’ALI – hanno già espresso profonda indignazione e hanno denunciato le pericolose conseguenze di questa manovra, al loro fianco si schierano i consiglieri di opposizione del Consiglio regionale che compongono il Patto per l’Abruzzo:
“La manovra del Governo – spiegano – in Abruzzo assume i connotati di una vera e propria emergenza, in quanto le casse della Regione sono già vittime di scelte scriteriate di un centrodestra spendaccione, incapace di utilizzare al meglio per i cittadini i fondi pubblici. E ora da Roma arriva il colpo di grazia che si abbatte sulla spesa corrente dei comuni e delle province, cioè su quelle spese vive, quotidiane e indispensabili che sono destinate al personale, alle bollette, ai servizi e al funzionamento vitale delle nostre città e dei nostri paesi. Tagli che molto probabilmente dovranno essere fronteggiati con la diminuzione dei servizi ai cittadini o attraverso l’aumento delle tariffe.
A poco serve la strategia comunicativa di connotare queste azioni con il termine inglese “spending review”, che nel passato è stato usato per indicare la lotta agli sprechi o l’eliminazione di costi e interventi inutili. È un gioco semantico che mortifica l’intelligenza dei cittadini abruzzesi e degli amministratori locali; stiamo parlando di ben altro: spese correnti degli Enti Locali che non possono essere soggette a tagli indiscriminati. Inoltre questa manovra, per come concepita, andrà a colpire proprio quei comuni più virtuosi che sono stati capaci di avviare dei progetti grazie all’utilizzo del PNRR e che quindi si troveranno davanti alla paradossale situazione di avere strutture nuove, come per esempio asili nido, ma non potranno renderle operative per mancanza di fondi. O le già fragili politiche sociali, che saranno penalizzate poiché i Comuni non sapranno come assumere personale, fare convenzioni con le cooperative, pagare le utenze, ecc.
Provare a minimizzare questi rischi annunciando l’arrivo delle risorse dell’Accordo di Coesione è anch’esso un tentativo di distrazione di massa messo in atto dal centrodestra – incalzano i consiglieri regionali – I fondi di Coesione sono risorse europee destinate a infrastrutture o interventi strategici (la digitalizzazione, l’ambiente, la mobilità e i trasporti, l’innovazione tecnologica) che nulla hanno a che fare con la “spesa corrente” che gli Enti Locali sostengono ogni giorno.
È pertanto necessario correggere immediatamente questi errori già dalla prossima legge di Bilancio. Serve una mobilitazione chiara e decisa di tutti gli amministratori locali, delle forze politiche e sociali, senza timidezze e ipocrisie.
Per ogni amministratore pubblico la difesa degli interessi della propria comunità dovrebbe sempre venire prima di ogni altra cosa. Ed è questo che chiediamo a tutti i Sindaci, anche quelli del centrodestra. E altresì chiediamo al Presidente Marsilio, almeno questa volta, di stare dalla parte dell’Abruzzo e non continuare a spalleggiare ciecamente le scelte della sua parte politica a Roma” concludono.