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Pescara

Autonomia differenziata, da Pescara l’appello contro la “secessione dei ricchi”

Pescara. “Ricuciamo l’Italia, contro lo Spacca Italia”:  è l’appello con cui Alleanza Verdi e Sinistra ha lanciato a Pescara la raccolta firme per il referendum contro l’autonomia differenziata, con un’iniziativa pubblica nella sede della Cgil di via Benedetto Croce, passando in rassegna anche le implicazioni giuridiche della legge Calderoli che, è stato detto, “rischia di diventare la secessione dei ricchi. Ovvero delle ricche regioni del Nord, come il Veneto, da quelle del Sud, come l’Abruzzo”.

“Si tratta di una riforma vergognosa, in un paese già profondamente disuguale dal punto di vista dei salari, dell’aspettativa di vita anche connessa ai sistemi sanitari, una riforma che va ad acuire le differenze che già esistono e che renderà l’Italia 20 piccoli staterelli – ha detto Roberto Ettorre, Segretario provinciale Sinistra Italiana Pescara -: l’Italia è una e indivisibile, i diritti devono essere garantiti in maniera uguale da Nord a Sud, il fatto che la prima Regione a chiedere tutte le competenze sia il Veneto è la dimostrazione che questa è una riforma a uso e consumo delle regioni ricche”.

Istruzione, sanità, ambiente, beni culturali tra le 23 materie che potrebbero passare di competenza alle Regioni: “L’ambiente non conosce confini territoriali – è intervenuta Giulia Persico, Referente provinciale di Europa Verde Pescara -: non si può pensare di affrontare i problemi della crisi climatica, della tutela dell’ambiente in modo disgiunto, perché le Regioni già indietro saranno lasciate ancora più indietro. Il referendum abrogativo è un atto politico importantissimo, a tutela dell’Italia libera e unita”.

Per la campagna referendaria contro l’autonomia differenziata, si è costituito nelle scorse settimane nella Cgil un coordinamento provinciale e regionale che mette insieme partiti, sindacati, associazioni. “Le organizzazioni politiche, sindacali, associative devono prendere parte alla creazione di una coscienza critica collettiva, di un modello alternativo che può prevalere nel Paese – ha premesso Luca Ondifero, Segretario Cgil Pescara -. Dopo la raccolta firme per i quattro referendum sul lavoro, la Cgil è protagonista anche nel referendum contro l’autonomia differenziata, a tutela dei valori costituzionali della solidarietà, anche sociale e collettiva, nell’orizzonte di un’equa distribuzione delle risorse, mentre l’autonomia differenziata potrebbe acuire le differenze”.

Dall’orizzonte costituzionale, ossia dall’articolo 116 che aveva dato il via libera a forme di autonomia regionale alla Legge Calderoli, Stefano Civitarese, professore ordinario di Istituzioni di Diritto pubblico dell’Università D’Annunzio, ha approfondito le sfaccettature giuridiche dell’autonomia regionale differenziata e la sua attuazione, soprattutto sul meccanismo dei finanziamenti regionali e locali.

Due le questioni che hanno animato maggiormente la platea. Anzitutto i Lep, livelli essenziali delle prestazioni, condizione essenziale per il passaggio di competenze alle Regioni, non riguarderanno tutte le materie: “I Lep, che sono affidati alla competenza legislativa esclusiva dello Stato, dovrebbero essere individuati entro 24 mesi con decreti legislativi delegati, ma ci sono materie prive di Lep, come Protezione Civile e previdenza integrativa e complementare”, ha spiegato Civitarese. Altra questione, quella della ridistribuzione delle risorse a vantaggio delle regioni più ricche: “Le regioni più ricche puntano a mantenere una quota più rilevante del gettito fiscale prodotto dai suoi cittadini”, ha aggiunto il docente, “La legge Calderoli muove dall’esigenza di dare risposta alle richieste delle Regioni più produttive e quindi dotate di maggiore capacità fiscali, che puntano a trattenere sul proprio territorio una quota rilevante del gettito fiscale prodotto dai propri cittadini. Una vera e propria secessione dei ricchi. Invece le risorse attribuite dallo Stato alle Regioni con il meccanismo di compartecipazione sul reddito riguardano l’individuo, non le regioni.

In discussione, secondo i proponenti dell’iniziativa, il principio costituzionale della solidarietà tra le persone che vivono su tutto il territorio nazionale.

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