Due importanti misure in campo vitivinicolo al varo in Abruzzo per la vendemmia 2024: l’introduzione del cosiddetto bloccaggio e l’immissione in commercio anticipata dei vini bianchi e rosati.
È quanto ha stabilito nei giorni scorsi il Tavolo verde, l’organismo consultivo di cui fanno parte Regione, associazioni di categoria, Consorzi, distretto Daq vino Abruzzo e Assoenologi, accogliendo la richiesta del Consorzio di tutela vini d’Abruzzo.
“Sono soddisfatto del dialogo e del grande lavoro svolto assieme al Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo e a tutti gli attori della filiera che ci consentono oggi di poter procedere nel ridurre la resa massima per le uve classificabili come Doc Montepulciano d’Abruzzo e IGT Terre Abruzzesi Pecorino”, spiega Emanuele Imprudente Vicepresidente e Assessore all’Agricoltura della Regione Abruzzo, “Queste azioni sono volte a consolidare le nostre Denominazioni ed il loro posizionamento sul mercato al fine di dare il giusto valore a vini che sono di una qualità eccezionale”.
“Il blocage”, spiega il presidente del Consorzio di tutela vini d’Abruzzo, Alessandro Nicodemi, “prevede la regolazione dell’offerta attraverso una riduzione temporanea del prodotto di annata da immettere sul mercato, in modo da non comprometterne le quotazioni.
Nello specifico si è chiesto il blocage del 20% di Montepulciano d’Abruzzo doc e di Igt Terre Abruzzesi Pecorino rivendicato nell’annata 2024, ad eccezione del vino biologico”.
Si tratta, tecnicamente, dell’attivazione dell’articolo 39 – commi 3 e 4 – della legge 238 del 2016, una misura per la gestione delle produzioni finalizzata a superare gli squilibri congiunturali di mercato e affrontare nel migliore dei modi la prossima vendemmia. “A differenza di due anni fa, lo sbocco sarà per singola cantina e non più a livello regionale”, aggiunge Nicodemi. “Questo consentirà ad ogni cantina che abbia già venduto la quantità disponibile di vino, di chiedere direttamente lo sblocco della restante”.
Ad oggi dunque con l’applicazione del blocage si potranno rivendicare fino a 120 q.li per ettaro di uva a Montepulciano d’Abruzzo, l’altro 20% (30 q.li) rimane necessariamente in cantina. Il vino sottoposto a bloccaggio non potrà essere certificato né venduto fino a quando non sarà sbloccato. Stesso discorso per l’IGT Terre Abruzzesi Pecorino per la quale si stabilisce che la resa di uva per ettaro è fissata in 180 q.li/ha (anziché 220 q-li /ha previsti da disciplinare) mentre sarà bloccata la restante parte pari 40 q.li/ha (differenza tra 220 e 170 q.li/ha). Da questa operazione sono esclusi coloro che producono vino biologico certificato e le aziende verticali.
Non si tratta dell’unica misura che sarà introdotta per la vendemmia 2024. Le aziende vinicole, infatti, scontano ancora gli effetti della peronospora, che nel 2023 ha causato un crollo della produzione. Per cui, se da un lato questo non ha comportato una significativa riduzione delle giacenze del rosso, dall’altro, in molti casi ha provocato l’esaurimento delle scorte di vini bianchi e rosati. Ed è per questo che, oltre al blocage, è stato chiesto l’anticipo di due mesi dell’immissione al consumo dei vini bianchi e rosati (ad esempio, il disciplinare prevede l’immissione al consumo del Trebbiano d’Abruzzo il 1° gennaio, in questo modo si potrà farlo a partire dal 1° novembre, per il Cerasuolo d’Abruzzo dal 1° ottobre anziché dal 1° dicembre), “un’opportunità fondamentale per consentire alle nostre aziende di poter affrontare il mercato dopo un’annata terribile come quella passata”, conclude Nicodemi.