Alba Adriatica. Alessandra Cardelli, presidente del consiglio comunale di Alba Adriatica non ci sta. E replica alle accuse e comunque alle motivazioni addotte dal gruppo Siamo Alba, che aveva abbandonato la seduta dell’assise civica dello scorso 30 luglio.
Le accuse. La Cardelli è stata accusata di essere parziale, di non aver concesso il diritto di replica, avrebbe giustificato l’atteggiamento della sindaca.
“Dissento totalmente da questa ricostruzione”, sottolinea la presidente Cardelli.
“Chi mi conosce non avrà difficoltà a credere che la ricostruzione dei fatti fornita sia strumentale; chi non mi conosce può guardare lo streaming e farsi un’idea verificando lo svolgimento del dibattito.
La replica. “Sul primo punto dissento perché tutte le parti hanno avuto modo di esprimere fino in fondo il loro pensiero, non ci sono state censure da parte mia se non dopo una scena, poco consona per una sala consiliare: continuare il confronto politico con quegli animi avrebbe certamente peggiorato la situazione.
Sul secondo punto dissento perché, semplicemente, non capisco a quale giustificazione ci si riferisca. Posso ipotizzare che il gruppo si riferisca alla mia decisione di non interrompere la sindaca che, dopo aver ascoltato un elenco lunghissimo di reati, ha sentito la parola “connivenza” ed è intervenuta. Nello stesso contesto, a parti inverse, avrei capito e concesso ugualmente l’intervento.
Inoltre la sottoscritta si è limitata a sottolineare che l’intervento in questione, complesso e delicato, arrivato dopo otto risposte ad altrettante interrogazioni, con un’esposizione durata oltre 15 minuti, non aveva la veste di interrogazione pura e semplice e soprattutto
avrebbe potuto essere presentato in anticipo rispetto alla seduta, come tra l’altro ho più volte richiesto al capogruppo di minoranza.
Le interrogazioni, secondo il mio parere che è in linea con il regolamento stesso, devono essere depositate in anticipo rispetto alla seduta del Consiglio Comunale così che la maggioranza si possa preparare per affrontarle in maniera ordinata e chiara nella seduta. Inoltre faccio presente che il regolamento vigente recita espressamente all’art. 21: “Alla trattazione delle interpellanze ed interrogazioni non può essere dedicata più di un’ora”. Ora sempre ampiamente superata.
Nessuno ha minimizzato né tanto meno negato il problema sottoposto dalla minoranza consigliare, anzi, al contrario, c’è molta consapevolezza e considerazione del fatto che la politica sia dialettica costruttiva. Tuttavia gli attori e le implicazioni sono così numerosi che forse un approccio meno accusatorio e più partecipativo avrebbe giovato alla causa.
Tutto ciò senza polemica ma con lo spirito collaborativo che, credo, mi contraddistingua e che il ruolo ricoperto mi impone”.