Alba Adriatica, defibrillatori sulla riviera: l’importanza dei dispositivi. La testimonianza
Ricollocato il dispositivo sul lungomare sud
Alba Adriatica. L’importanza della presenza degli strumenti salvavita, sulla riviera, nel periodo di maggiore afflusso turistico e laddove il numero dei residenti cresce a dismisura.
La vicenda del fulmine caduto sulla spiaggia di Aba Adriatica è significativa. Ma non solo: l’intervento qualche settimana fa sulla spiaggia a nord della pineta, per un turista in arresto cardiaco. I defibrillatori rappresentano uno strumento imprescindibile per intervenire tempestivamente e salvare vite umane e gli ultimi due episodi, in ordine di tempo, oltre alla tempestività e professionalità di chi ha operato, pone la necessità di aumentare i dispositivi salvavita.
Il primo a perorare questa causa era stato Pietro Temperini, in passato consigliere comunale e capogruppo di maggioranza e che ha vissuto sulla propria pelle, in tutti i sensi, l’importanza di poter disporre di defibrillatori. E Alba da tempo è città cardioprotetta, con 9 dispositivi. Ma non basta. “Il progetto era stato avviato nella passata amministrazione grazie ad un mio preciso impegno”, ricorda Pietro Temperini, “con l’acquisto della strumentazione e la formazione. Ma questo non basta, di sicuro va implementato e anche le attività dovrebbero dotarsi di tali strumenti salvavita”.
E soprattutto nelle attività turistiche dovrebbero trovare ospitalità tali strumenti. Nel frattempo, e la cosa aveva generato più di una presa di posizione, è stato ricollocato sulla passeggiata del lungomare Marconi, uno dei defibrillatori pubblici presenti nella cittadina, che era quello più vicino alla zona nella quale era caduto il fulmine. Distante poche centinaia di metri. Ma che non era stato sistemato dopo i lavori di riqualificazione della riviera. Questo aspetto aveva costretto i soccorritori ad arrivare nella zona di via dei Tigli per recuperare un Dea, con aggravio di tempo per il soccorso.