Giulianova, Campetto Occupato: l’amministrazione deve cercare il dialogo
Il Cittadino Governante chiede di trovare una mediazione
In una lunga nota, Il Cittadino Governante entra nel dibattito legato alla questione del Campetto Occupato. Dallo striscione affisso dinanzi all’abitazione del vicesindaco, alla questione dello sgombero. Nella disquisizione, il gruppo politico invita l’amministrazione a trovare un dialogo.
Le società democratiche sono tolleranti, non a caso l’art. 21 della Costituzione inizia con queste parole: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.”
Ora a Giulianova questo non è completamente vero perché di fronte allo striscione degli esponenti del “Campetto occupato” che testualmente diceva: “La distruzione di uno spazio sociale e persone buttate per strada: la responsabilità sarà anche tua!” – riferito al vicesindaco Francioni che nei giorni scorsi aveva annunciato lo sgombero dell’area dell’ex depuratore dell’Annunziata – il Sindaco Costantini e la sua maggioranza di destra hanno avuto una reazione dai toni forti, con contenuti esplicitamente autoritari e repressivi.
Sono arrivati a dire: “il noto gruppo (Il Campetto occupato ndr) che da anni si distingue per la violazione sistematica della Legge, che mistifica la realtà, insulta, delinque e minaccia. Oggi, con fermezza, ribadiamo che queste persone non sono gradite in città.” E ancora: “La prepotenza di pochi non può avere diritto di cittadinanza in una comunità sana…in questa che è ormai una battaglia civile per la salvaguardia dei diritti comuni, auspichiamo il concreto ed efficace sostegno da parte delle Forze dell’ Ordine.”
Non abbiamo condiviso il tenore del comunicato anche perché i ragazzi del Campetto occupato, obiettivamente, non possono essere rappresentati con quelle parole.
Da molti anni essi danno vita ad una realtà sociale che prima nel campetto dell’Istituto Castorani in viale dello Splendore e poi nell’area dell’ex depuratore dell’Annunziata, occupando realtà degradate e abbandonate, è stata molto apprezzata da tanti cittadini.
È vero gli spazi sono stati occupati in maniera illegittima, ma è altrettanto vero che in quei luoghi (prima abbandonati) si sono svolte tante iniziative a carattere sociale rivolte a persone che avevano specifici bisogni: sono stati ospitati due anziani senza tetto di cui l’amministrazione non era stata in grado di occuparsi; è stato risistemato il campo di bocce; è stata resa di nuovo agibile la casetta degli anziani sulla spiaggia; c’è stata una produzione culturale e didattica alternativa (un appuntamento di grande rilievo culturale, ad esempio, è stato l’incontro con il famoso fumettista ZeroCalcare); sono stati regalati momenti di teatro e di gioco per i bambini; sono state riunite persone intorno all’unica esperienza di orto urbano nella nostra città; hanno sostenuto la causa degli abitanti delle case popolari di via Brodolini portando la delicata problematica in consiglio comunale; sono stati creati centri di aggregazione a costo zero.
Insomma va riconosciuto che questi (numerosi) giovani nel loro agire, anche se con modi talvolta discutibili, hanno sottratto all’abbandono e all’incuria degli spazi per fargli svolgere una funzione di risposta a bisogni contemporanei.
Riteniamo che un’amministrazione comunale abbia il dovere di mostrare apertura nei confronti di realtà di questo tipo, cercando il terreno del pacifico dialogo e non dello scontro addirittura invocando il sostegno delle forze dell’ordine.
Memori del precedente brutale e incivile sgombero in viale dello Splendore, a maggio scorso, in occasione dell’approvazione della riqualificazione dell’area dell’ex depuratore – il cui progetto va riconosciuto fu lasciato dall’amministrazione Mastromauro – invitammo ad evitare lo scontro con i ragazzi del Campetto occupato e di immaginare anche soluzioni di gestione dell’ampliamento del parco dell’Annunziata che li coinvolgesse.
A quanto pare non siamo stati ascoltati e sarebbe stato ragionevole farlo. Non vorremmo però che questa chiusura e questo accanimento dipendesse dal fatto che i giovani anarchici hanno anche espresso giudizi critici nei confronti delle scelte amministrative del sindaco e delle Giunte Costantini. In questo caso saremmo di fronte anche all’incapacità, da parte di chi gestisce il potere, di accettare le critiche o peggio, addirittura, alla criminalizzazione del dissenso che invece le società democratiche mature devono assolutamente garantire perché solo così migliorano come ci hanno spesso ricordato Fabrizio De Andrè e Franco Battiato nei loro testi.