La Procura di L’Aquila ha disposto la citazione diretta in giudizio per due persone contestando diversi reati in merito ai lavori di sbancamento per la realizzazione dello Stadio del Fondo ai Piani di Pezza a Rocca di Mezzo, nel Parco regionale Sirente-Velino.
L’inchiesta del PM Fabio Picuti vede come imputati il direttore dei Lavori Maurizio Blair residente a L’Aquila e il responsabile della ditta esecutrice Philipp Oberhuber residente a Bressanone per aver realizzato uno scavo di 3.200 mc all’interno del Parco nonché di una Zona di Protezione Speciale e di una Zona Speciale di Conservazione facenti parte della Rete Natura2000 della UE “in assenza delle prescritte autorizzazioni o comunque non rispettando l’iter autorizzativo previsto dal D.P.R.
357/1997 con riferimento alla Valutazione di Incidenza pertanto iniziando i lavori in assenza delle prescritte autorizzazioni” come è possibile leggere nel decreto di citazione in giudizio.
I reati contestati sono relativi a violazioni ad articoli del Testo Unico dell’Edilizia e del Testo Unico dei Beni Culturali in merito alla realizzazione di lavori su beni paesaggistici. I lavori sono attualmente fermi a seguito di numerosi esposti delle associazioni ambientaliste che hanno contestato duramente l’avvio dei lavori.
La Procura ha individuato come persone offese Augusto De Sanctis e Massimo Pellegrini per l’Associazione Stazione Ornitologica Abruzzese, Stefano Orlandini per Salviamo l’Orso e l’avvocato Francesco Paolo Febbo per il WWF. I due dovranno comparire davanti al tribunale ordinario dell’Aquila per l’udienza predibattimentale il prossimo 8 gennaio 2025.
Stazione Ornitologica Abruzzese e Salviamo l’Orso commentano l’iniziativa della procura di L’Aquila che ha chiesto il giudizio per due persone per la vicenda della realizzazione dello Stadio per lo Sci da fondo ai Piani di Pezza a Rocca di Mezzo (AQ), nel cuore del Parco regionale Sirente-Velino “I nostri esposti avevano rilevato numerose irregolarità, dalla procedura di Valutazione di Incidenza all’indisponibilità dei terreni gravati da uso civico.
Ovviamente seguiremo il procedimento penale ma da subito è indispensabile ripristinare i luoghi, vieppiù in considerazione dell’entrata in vigore del regolamento europeo sulla rinaturalizzazione.
Certo rimane sconcertante l’idea di spendere oltre un milione di euro per sbancare migliaia di mc di un parco in una delle aree più belle dell’Appennino realizzando un bacino in cui, in piena crisi climatica, usare addirittura l’acqua potabile per produrre l’innevamento artificiale.
Spiace l’atteggiamento del Parco Sirente-Velino che davanti a palesi criticità non solo è stato inerte ma ha addirittura rilasciato un parere favorevole. Solo grazie all’azione incisiva delle associazioni i lavori irregolari sono stati fermati”.