Revocare la delibera regionale che prevede l’uccisione di quasi 500 cervi e istituire un tavolo di confronto con l’amministrazione abruzzese.
Queste le ragioni alla base della mobilitazione online di 100mila persone che in pochi giorni su Change.org hanno firmato l’appello nato dall’unione degli sforzi di WWF Abruzzo e di Martina Mammarella, cittadina indignata dalla decisione della Regione e decisa a fare la propria parte per salvare gli animali. Il provvedimento regionale dello scorso 8 Agosto ha infatti approvato l’abbattimento dei cervi da parte di cacciatori abilitati nelle aree dell’Abruzzo aquilano.
“Ci saranno gravi ripercussioni sulla flora e fauna del territorio, oltre che sul turismo”, afferma Martina Mammarella. “Siamo la regione più verde d’Europa: proteggiamo e salvaguardiamo tutta la bellezza che c’è”, prosegue Mammarella. Ferma la posizione del WWF. “La natura si ammira non si uccide”, è l’incipit della petizione lanciata da WWF Abruzzo con altre realtà locali come Rifiuti Zero Abruzzo e CAI Abruzzo. “Una decisione che lascia davvero attoniti, sia sul piano naturalistico che su quello emotivo – scrivono nel loro appello online – si abbandona impunemente la visione di un Abruzzo capace di convivenza con la fauna selvatica e, soprattutto, si tradisce un modello di educazione ambientale e di tutela della biodiversità faticosamente delineato negli anni”. Per questo l’organizzazione ambientalista chiede alla Regione di revocare la delibera e abbandonare l’idea del prelievo selettivo del cervo per aprire un tavolo di confronto con l’obiettivo di valutare soluzioni alternative per limitare i danni all’agricoltura e il rischio da impatto con autoveicoli.