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Pescara

Aggressione ospedale Pescara: i sindacati invocano l’intervento del Prefetto

Pescara. E’ unanime lo sdegno dei sindacati per l’aggressione subita dal corpo sanitario del reparto di Oncologia dell’ospedale di Pescara, dove 40 parenti di un uomo deceduto hanno compiuto un vero e proprio atto di devastazione e intimidazione venerdì scorso.

Giunta già la solidarietà istituzionale da più parti; l’ultima quella dell’assessore regionale alla Sanità Nicoletta Verì, che ieri ha visitato il reparto accolta dal Direttore Generale ASL Pescara Vero Michitelli, dal Direttore Sanitario Rossano Di Luzio, dal Dr. Francesco Malorgio, in rappresentanza del Direttore UOC Oncologia Giordano Beretta, dalle infermiere e dal personale in servizio. Ascoltato il racconto dell’episodio, ha commentato: “Si tratta di un’emergenza a livello nazionale e di un problema di natura culturale. Il nostro compito è portare la cura e l’assistenza a tutti i cittadini, ma è fondamentale che venga garantita la sicurezza di chi lavora e di chi è ricoverato. Per questo la Direzione ha organizzato la vigilanza nei punti strategici dell’Ospedale, ed è stato un bene che sia intervenuta prontamente la Guardia giurata”.

Trasversale anche la solidarietà dei vari sindacati, alla quale si aggiunge, però, più di una critica. La Fp Cgil sottolinea: “Non esistono situazioni non prevedibili e non evitabili”, e in un recente incontro con i dirigenti Asl ha ribadito “l’estremo errore che stava facendo il Direttore Michitelli, nell’ambito dei tagli di spesa, a ridurre il servizio di guardiania”, richiedendo ora “la costituzione di un tavolo prefettizio in quanto si tratta di una questione di ordine pubblico e quindi c’è bisogno della costituzione di un tavolo con tutti i soggetti istituzionali interessati per valutare quali possono essere le soluzioni per eliminare i pericoli per l’incolumità dei pazienti e del personale sanitario”.

Il Nursind, sindacato degli infermieri, invece rimarca: “Non facciamoci ingannare dal fatto che detti episodi siano numericamente inferiori alla media nazionale, perché a fronte di quanto assurge all’onore delle cronache, esiste un sommerso fatto di intimidazioni, minacce verbali e fisiche che spesso e volentieri non vengono denunciate o per paura di ritorsioni, anche al di fuori del luogo di lavoro, o perché si ricompongono in loco solo ed esclusivamente grazie al buon senso degli operatori sanitari”, e a sua volta richiede “l’autorevole intervento del Signor Prefetto di Pescara al fine di istituire un tavolo tecnico permanente che analizzi il fenomeno ed apporti i dovuti correttivi strutturali ed organizzativi, avendo cura di coinvolgere tutti gli stakeholder in sanità”.

Infine la richiesta dei rappresentanti regionali dei sindacati della dirigenza sanitaria (Aaroi Emac, Cimo Fesmed, Cisl Medici e Fvm: “Maggiori risorse da destinare al Sistema Sanitario Nazionale per risolvere quelle croniche criticità che contribuiscono al verificarsi di tali episodi, purtroppo sempre più frequenti”.

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