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Pescara

Ente Manifestazioni: le associazioni di Città Sant’Angelo chiedono la proroga

Città Sant’Angelo. Continua la polemica, a Città Sant’Angelo, per l’istituzione da parte del Comune dell’Ente manifestazioni

Nei giorni scorsi le associazioni angolane hanno inviato una lettera all’amministrazione comunale per avere chiarimenti in merito alla forma e alla sostanza del neo costituito Ente manifestazioni, nonché chiedere una proroga circa l’adesione.

Gli interrogativi rivolti al sindaco Perazzetti e all’assessore De Bonis riflettono quasi interamente i dubbi già avanzati dal gruppo d’opposizione Visione Comune – Ugo Di Silvestre, Catia Ciavattella, Alice Fabbiani, Franco Galli e Paolo Pratense – e riguardano soprattutto, riferisce Visione Comune, “il mancato coinvolgimento preventivo delle associazioni al fine di individuare di concerto la forma più congeniale del nuovo ente, poiché la forma designata, quella dell’associazione non riconosciuta, rischia di comportare più oneri che vantaggi”.

“La risposta del Comune è stata affidata al responsabile del Settore I, dunque ad un tecnico, mentre la politica, come al solito, si è guardata bene dall’intervenire, scaricando sugli uffici ogni incombenza”, prosegue il gruppo di centrosinistra, “La proroga è stata accolta, il termine per la presentazione delle manifestazioni di interesse, inizialmente previsto per il 30 settembre, è stato ufficialmente differito al 10 ottobre. Un termine a nostro avviso troppo esiguo che difficilmente consentirà alle associazioni di valutare con attenzione quegli aspetti tecnici e tutt’altro che marginali su cui avevano chiesto ragguagli, come l’entità della somma da destinare all’Ente manifestazioni, le responsabilità del presidente del consiglio direttivo, se avrà diritto a garanzie, ad una retribuzione fissa, eccetera”.

“Il Comune ha ribadito come l’associazione non riconosciuta costituisca a suo avviso la formula migliore per andare incontro ai criteri del minor costo e della responsabilizzazione. Tuttavia”, insiste Visione Comune, “è proprio alla luce delle maggiori responsabilità a carico delle associazioni che queste ultime avrebbero avuto diritto ad un confronto preliminare, così da decidere di concerto la formula più opportuna e condividere una bozza di convenzione. Invece, così facendo, alle associazioni non resta che scegliere se rifiutare o piegarsi alle condizioni proposte”, conclude il gruppo d’opposizione.

 

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