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Regolamento di conti nel carcere di Pescara: 3 detenuti aggrediscono un agente per irrompere in un’altra cella

Pescara. Un agente penitenziario del carcere di Pescara è stato aggredito, ieri pomeriggio, da 3 detenuti che gli hanno, poi, rubato un mazzo di chiavi.

Nelle prime ore del pomeriggio, il trio di detenuti ha approfittato del turno di raccolta dei rifiuti per raggiungere il piano terra del carcere di San Donato, forzando un’uscita, e arrivare nella sala regia dove hanno minacciato l’agente preposto al presidio.

In poco tempo, le minacce si sono trasformate in violenza: il poliziotto è stato accerchiato, preso per il collo e strattonato allo scopo di prendere le chiavi con le quali i 3 sono penetrati in un’altra sezione e, da lì, nella cella di altre 3 carcerati per aggredirne uno in particolare, in quello che ha tutte le sembianze di un regolamento di conti.

L’agente, nonostante le ferite e le contusioni subite, è riuscito a lanciare l’allarme e il successivo intervento dei colleghi ha evitato che l’aggressione finisse peggio, sia per lui che per il detenuto aggredito, anche lui riportante escoriazioni e lividi.

Il penitenziario pescarese, purtroppo, non è nuovo a episodi di violenza: “Questo fatto è di una gravità estrema, in quanto la natura stessa del gesto portato in essere dai detenuti aggressori sottolinea le difficoltà del personale ad operare in sicurezza e a far rispettare le regole all’interno della casa circondariale che presenta gravi criticità strutturali e un sovraffollamento ormai cronico”, rimarca il segretario provinciale dell’Osapp, sindacato di polizia penitenziaria, Giovanni Calzone, “Infatti la casa circondariale di Pescara ha una capienza massima che si aggira intorno alle 250 unità circa e che al giorno d’oggi si trova ad ospitarne più di 450 con le relative difficoltà organizzative per la polizia penitenziaria e le difficoltà di vita per i detenuti stessi costretti a condividere gli spazi con troppe persone”.

“Questo alto tasso di sovraffollamento è aggravato dalla carenza di personale sia tra le fila della polizia penitenziaria che nel comparto sanitario e trattamentale”, aggiunge Calzone che, per l’Osapp, torna a chiedere “interventi sia strutturali con la costruzione di una scala che permetterebbe di suddividere i movimenti di detenuti di diverse sezioni,sia con il ripristino della sezione ove poter poi dar luogo alle numerose sanzioni disciplinari al momento non applicabili, oltre a sanare la carenza di personale”.

“Questo episodio – aggiunge il segretario provinciale del Sappe, Giovanni Scarciolla – è di una gravità inaudita: a causa del forte sovraffollamento della popolazione detenuta presso l’istituto pescarese, superiore al doppio della capienza prevista, il rapporto è di un agente di polizia per 80/100 detenuti per sezione detentiva. Chiediamo per l’ennesima volta un intervento immediato ed urgente da parte delle istituzioni e degli organi superiori, affinché si adottino seri provvedimenti per questo tipo di eventi e soprattutto per migliorare la condizione lavorativa del personale di polizia penitenziaria che presta servizio in prima linea nell’istituto penitenziario ad oggi al collasso”.

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