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Teramo

Alba Adriatica, nuovo lungomare. Comitato tutela verde pubblico: urge un ripensamento

Presa di posizione del Comitato sulla questione delle alberature

Alba Adriatica. Scelte dannose per l’ambiente e la comunità: serve un ripensamento immediato del progetto.
Resta sempre molto alta l’attenzione, dialettica ma non solo, attorno ai lavori di riqualificazione del lungomare Marconi di Alba Adriatica, ripresi poco più di una settimana fa.

E di fronte alle considerazioni arrivate dall’amministrazione comunale e dal circolo del Pd, il Comitato provinciale per la tutela del verde pubblico torna a sottolinea alcuni concetti.
E lo fa illustrando alcuni passaggi del progetto di riqualificazione, in tema di verde, e sulla necessità di correggere alcune cose.

“Il programma“, si legge in una nota del comitato guidato da Valerio Di Mattia, “prevede la totale eradicazione di un sistema arboreo di 150 pioppi in filare, di molte palme, la totale rimozione delle siepi di pitosforo quale arredo verde delle numerose aiuole presenti sui viali, per tutta la lunghezza del lungomare della Città di Alba Adriatica.
Al loro posto verranno reimpiantati 420 nuovi alberi, di giovane età e di modesta dimensione; sia in diametro e sia in altezza. Le chiome, allo stato attuale, non sono formate e le foglie manifestano ampie e diffusi disseccamenti dei lembi”.

Deve essere portato alla conoscenza della cittadinanza che per l’abbattimento di un albero monumentale (di oltre cinquanta anni di età) il regolamento del verde pubblico comunale prevede il reimpianto di almeno 3 alberi; considerato questo particolare periodo, in cui gli interventi volti alla mitigazione dei cambiamenti climatici sono prioritari sugli interventi strutturali, un numero di 3 alberi in sostituzione di uno abbattuto (in attiva fase di assorbimento di gas climalteranti) ci sembra un valore minimo quasi risibile.

Tutto quanto detto, la misura programmata dall’Ente Comunale nel progetto di riqualificazione non appare neppure numericamente compensatoria per i soli pioppi; dovrebbero essere valutati con attenzione i filari di arbusti, lo strato attivo del suolo delle aiuole, le palme e ogni altro elemento che poteva contribuire all’assorbimento dei gas serra e alla riduzione della diffusione delle polveri sospese.
Questo perché, oltremodo, non è chiaro cosa verrà proposto in sostituzione degli esemplari di palma adulta rimossi.

Relativamente ai cespugli espiantati, si legge dai documenti di progetto agli atti dell’amministrazione comunale, piante di pitosforo integralmente rimosse e in sostituzione 450 piante cespitose di festuca glauca; tutt’altro genere, tutt’altra specie e tutt’altra funzione ecologica.

Le misure adottate, quindi, non sembrerebbero compensatorie né in qualità ecologica, né sotto il profilo paesaggistico e nemmeno sotto il profilo quantitativo.

In buona sostanza, da informazioni e confronti specialistici avuti e assunti, il nuovo impianto non svolgerà neppure i minimi servizi ecosistemici equivalenti.
Il nuovo impianto arboreo avrà un sottodimensionamento perdendo sia la capacità ombrifera, sia la fondamentale funzione di valorizzatore della biodiversità del sistema verde, sia la capacità di cattura di CO2 e di produzione di ossigeno.
Non vogliamo entrare, per ora, nell’annullato effetto bio-climatico e di benessere ai fruitori della pista ciclo-pedonale, dei residenti della prima fila del lungomare e degli stalli posti nell’attuale antistante parcheggio per auto e moto.

In definitiva la sostituzione programmata del viale del lungomare è una reale e immediata perdita del valore patrimoniale del verde pubblico; vengono annullati, nel breve e medio periodo, le funzioni ecosistemiche e i benefici bioclimatici, che l’attuale verde pubblico ha sempre garantito e che avrebbe continuato a garantire alla cittadinanza.

Nel lungo periodo, invece, si ipotizza sia un funzionale danno paesaggistico dello Skyline del lungomare con la perdita dell’identità e della memoria dei luoghi e sia una ridotta funzione ecosistemica e bioclimatica del nuovo apparato vegetazionale ipotizzato.

Una scelta chiaramente dannosa e da rivedere prima che sia troppo tardi”.

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