Ancarano. “Il ponte in muratura sull’Ancaranese è stato chiuso l’8 agosto per motivi di sicurezza e i successivi controlli ulteriori hanno confermato che è a rischio cedimenti senza preavviso, tanto che continua a muoversi anche senza alcun carico.
Ma ora il problema è come ricostruirlo, visto che la Soprintendenza delle Marche si appresta a vincolarlo; una decisione contro la quale ci rivolgeremo alla Presidenza del Consiglio dei Ministri”. E’ la sintesi di quanto emerso nel corso di una conferenza stampa svoltasi stamattina presso la provincia di Ascoli Piceno, presente anche la Provincia di Teramo che divide la responsabilità del ponte in questione insieme a quella ascolana. Una vicenda complessa nella quale si inseriscono le polemiche dei sindaci dei territori che fruiscono di questo importante asse viario che collega la Mezzina, in direzione Abruzzo, intersecando le zone industriali di Ascoli e Teramo che si affacciano sulle sponde opposte del fiume Tronto.
Il progetto delle due Province è abbattere sia il ponte in muratura del 1870 ricostruito nel 1944 dopo essere stato bombardato, sia quello parallelo in cemento e ricostruirne uno completamente nuovo, moderno, transitabile in entrambe le direzioni. Sono disponibili 11 milioni di euro, ma la Soprintendenza non sembra d’accordo e questo comporterebbe la ricostruzione di entrambi i ponti attuali, con costi che lieviterebbero di conseguenza.
“Non possiamo mettere tutti i nostri soldi per ricostruire un ponte in muratura che così com’è rappresenta un forte rischio idraulico”, osserva l’ingegner Francesco Ranieri, dirigente del servizio viabilità della Provincia di Teramo. In attesa della soluzione definitiva, per permettere la circolazione nel ponte in cemento in ambo le direzioni (ora è a senso unico) verranno installati semafori muniti di sensori di traffico: operazione che dovrebbe concludersi per fine novembre. “Nel frattempo dobbiamo soffrire la situazione precaria, ma invito anche i sindaci del territorio a evitare di cavalcare politicamente questo problema che riguarda tutti”, conclude il presidente della Provincia di Ascoli Sergio Loggi.