Teramo. “La circolazione a senso unico alternato regolata da semaforo, introdotta nel tratto stradale del Traforo del Gran Sasso, avviata il 14 ottobre e programmata per durare 45 giorni, rappresenta una sfida significativa non solo per il settore dell’autotrasporto di merci e persone, ma per l’intera economia dell’Abruzzo”.
Lo afferma una nota di CNA Fita Nazionale, presieduta da Patrizio Ricci, il cui responsabile Mauro Concezzi interviene sui gravissimi problemi provocati in questi giorni dalle limitazioni di traffico sull’autostrada A24, chiedendo d’introdurre «un meccanismo automatico riconoscimento di un’agevolazione tariffaria o di rimborso del pedaggio autostradale per disagi alla mobilità”.
L’intervento della CNA Fita, assai analitico, interviene “numeri alla mano” sui danni che questo stato di cose provoca al mondo dell’autotrasporto, ma più in generale sull’economia della nostra regione: “Le province di Teramo e L’Aquila, in particolare, sono destinate a subire impatti significativi a causa dei maggiori tempi di percorrenza derivanti dal restringimento di questo tratto stradale. Secondo una nostra stima dettagliata, l’impatto economico derivante dai maggiori tempi di percorrenza sui veicoli pesanti risulta molto penalizzante. Nell’arco dei 45 giorni di disagi, il maggior costo medio che ogni veicolo pesante che transita per il traforo del Gran Sasso dovrà subire, è pari a circa 2.602,75 euro. Secondo i dati ACI 2023, nelle province di Teramo e l’Aquila circolano rispettivamente 35.271 e 34.763 camion. Stimando, in maniera prudenziale, che un quarto di questi veicoli abbiano come via quotidiana quella del traforo, nei 45 giorni di circolazione alternata, le imprese di autotrasporto della provincia di Teramo subiranno una maggiorazione di costi pari a 22.950.398 euro, mentre quelle della provincia dell’Aquila affronteranno un aggravio economico di 22.619.849 euro”.
Ma i problemi, a detta della sigla dell’autotrasporto, non si fermano qui: “La chiusura del traforo potrebbe influire anche sul flusso totale delle merci destinate ad altre regioni d’Italia. Secondo i dati ISTAT 2022, dall’Abruzzo originano oltre 17 milioni di tonnellate di merce che per l’autotrasporto, rappresentano un potenziale fatturato di quasi 700 milioni di euro; di questi, oltre 85 milioni di euro potrebbero essere messi in discussione nei soli 45 giorni in cui vigerà il transito alternato”. “Questi numeri – afferma CNA Fita – non sono solo cifre, ma rappresentano la linfa vitale per il settore dell’autotrasporto e per l’economia regionale in generale. È fondamentale che si trovino soluzioni tempestive per mitigare l’impatto di questo intervento, preservando la competitività delle imprese abruzzesi”.
Sotto accusa, inevitabilmente, finisce così per CNA-Fita la manutenzione programmata dalla viabilità: “La circolazione alternata del traforo del Gran Sasso, la chiusura del Monte Bianco, le problematiche registrate al Frejus, sono soltanto le punte di un iceberg che si chiama “cattiva gestione della manutenzione programmata della opere d’arte stradali”. La manutenzione programmata della viabilità è fondamentale per garantire la sicurezza degli utenti della strada e per prevenire situazioni di congestione che possono derivare dall’apertura simultanea di più cantieri. In proiezione futura occorre vigilare e garantire la manutenzione programmata della viabilità e completare il catasto delle strade per individuare viabilità alternativa e sicura. In attesa di conoscere le decisioni del commissario straordinario della falda acquifera, chiediamo un immediato intervento delle autorità competenti per esplorare tutte le opzioni disponibili al fine di minimizzare le difficoltà evidenti e pesantissime che il settore oggi deve affrontare. Chiediamo che in concomitanza dei disagi, sia sospeso il pedaggio o che comunque venga introdotto un meccanismo di automatico riconoscimento di un’agevolazione tariffaria o di rimborso del pedaggio autostradale per disagi alla mobilità”.