Lavori Gran Sasso, Ciancaione e Torto: “Disastro annunciato”
L'Onorevole e la consigliera di Roseto sottolineano di essere state le prime a "sollevare politicamente il problema"
“Abbiamo appreso nel tardo pomeriggio di ieri dalla stampa che il Commissario Straordinario Caputi ha sospeso i lavori relativi alle 21 perforazioni sul Gran Sasso attivando la procedura per la riconsegna delle aree a Strada dei parchi S.p.A. e che, contestualmente, ha chiesto la convocazione urgentissima del tavolo tecnico presieduto dal Sian per valutare le iniziative da mettere in atto.
Quello che sta accadendo, purtroppo, era prevedibile e siamo state le prime a sollevare politicamente il problema”.
Così esordiscono l’Onorevole Daniela Torto e la consigliera comunale di Roseto Rosaria Ciancaione in merito “ai rilevanti rischi che portano con sè tutte le attività in cui si toccano siti tanto delicati per l’ambiente e la salute”.
Dopo le osservazioni alla procedura di valutazione di Incidenza Ambientale presentate dalla consigliera Ciancaione, l’On. Torto ha presentato nei giorni scorsi un’interrogazione parlamentare per capire se il Ministro dell’Ambiente era al corrente di quanto stava accadendo in Abruzzo e quali iniziative avesse inteso assumere per evitare le 21 perforazioni in profondità del Gran Sasso.
“Dopo aver ignorato queste grida di allarme”, proseguono Torto e Ciancaione, “il Commissario ha dato il via ai cantieri per realizzare le 21 perforazioni che hanno creato, oltretutto, immani disagi alla viabilità con tempi di percorrenza del traforo verso l’Aquila e Roma inaccettabili; anche questo riportato in una seconda interrogazione parlamentare dell’On.le Torto, questa volta diretto al Ministro Salvini
“In Abruzzo accade che si facciano progetti di messa in sicurezza del Gran sasso per i quali gli atti pubblicati dicono che necessiti una spesa di oltre 3 mln di euro ed altrettanti per la progettazione che, invece, secondo quanto scritto dallo stesso Commissario e da Italferr, sono finalizzati a trovare soluzioni progettuali per realizzare nuove captazioni. Ma vogliamo ricordarlo, nuove captazioni sono assolutamente vietate dalla legge! Una pioggia di denaro pubblico per attività cosi potenzialmente pericolose e rischiose? A quale scopo?”.
“Come si legge dalle parole di Italferr diffuse ieri pomeriggio da Caputi, al semplice allestimento dei cantieri si è riscontrato un rilevante innalzamento del valore di torbidità dell’acqua rilevato dalla Ruzzo Reti S.p.A., di 4 volte superiore a quella prevista nella procedura e dalla normativa, nonostante il blocco del traffico nelle gallerie del traforo che avrebbe dovuto incidere in termini positivi, oltre ad aver riscontrato anche la rottura del collettore di drenaggio principale (canala) all’interno della galleria e, solo la messa a scarico preventivo dell’acqua, mai immessa nella rete idrica, come affermato dalla Ruzzo Reti, ha evitato conseguenze che potevano essere davvero drammatiche.
Il disastro lo avevamo annunciato e non può essere sottaciuto che ai cittadini non è garantita un corretta gestione della risorsa acqua, adesso anche torbida. Insomma, un disagio dietro l’altro.
Ci chiediamo, a questo punto, se Regione Abruzzo sia in grado di affrontare la messa in sicurezza del Gran Sasso in altro modo, di gestire la nostra fauna e le nostre riserve naturali, come il Borsacchio, pensando all’immagine della nostra regione e al benessere dell’ecosistema. Per non parlare dei fortissimi dubbi che sorgono in merito alla capacità di risolvere i problemi della sanità abruzzese. Il Presidente Marsilio e il governo Meloni battano un colpo, l’Abruzzo non è terra di conquista!”.