Falsi atti giudiziari: in manette avvocato e commerciante. Indagini anche in Val Vibrata
Accuse di truffa, riciclaggio e autoriciclaggio
Un avvocato ascolano e un commerciante della stessa cittadina sono stati raggiunti, in mattinata, da una misura cautelare in carcere. L’indagine, coordinata dalla Procura di Ascoli, svolta dalla guardia di finanza, ha portato allo scoperto una serie di anomalie.
Professionista e imprenditore sono accusati di autoriciclaggio e riciclaggio di somme provenienti da una serie di truffe realizzate dall’avvocato in concorso con altri soggetti attraverso la falsificazione di provvedimenti e atti giudiziari (e altri documenti). Nell’ambito di rapporti di assistenza legale in procedimenti civilistici per un importo di 200mila euro.
L’indagine vede tra gli indagati anche due residenti in Val Vibrata: Alba Adriatica e Sant’Egidio.
L’indagine. In procura sono state presentate diverse denunce querele di persone che si ritenevano truffate dal loro difensore in procedimenti civili e che, sulla base di accordi transattivi con le controparti risultati falsi e di provvedimenti dei Tribunali di Ascoli Piceno, Fermo e Teramo risultati anch’essi falsi, avevano effettuato pagamenti di ingenti somme ritenendole destinate ai propri creditori, pagamenti che invece erano stati incassati da altri soggetti.
Parallelamente dai Tribunali di Ascoli Piceno e Teramo giungevano analoghe comunicazioni relative a riscontri di falsi documentali riferibili al medesimo avvocato.
Le indagini svolte dalla procura e dalla compagnia delle fiamme gialle di San Benedetto del Tronto
hanno consentito di delineare un quadro indiziario che è stato ritenuto solido e grave tale da giustificare la richiesta di misura cautelare a carico dell’avvocato e di
un commerciante ascolano ritenendo esservi il concreto e attuale pericolo di ripetizione di
ulteriori analoghi reati e per la completa e genuina acquisizione della prova; è stata quindi
applicata dal Giudice per le Indagini Preliminari la misura carceraria in relazione al pericolo
di inquinamento probatorio con termine di 30 giorni e la misura degli arresti domiciliari per il
pericolo di reiterazione dei reati alla scadenza della misura carceraria.
Le accuse
le truffe ai danni dei propri clienti venivano realizzate dal difensore:
attraverso la formazione di falsi accordi transattivi fatti sottoscrivere dai propri clienti
nell’ambito di procedimenti civili relativi a recupero crediti, pignoramenti immobiliari,
procedure rilascio immobile…., in tali accordi -in realtà non sottoscritti dalla
controparte del procedimento civile, non inseriti agli atti del procedimento e non
conosciuti dal Giudice- si prevedeva il versamento a favore di società costituite allo
scopo da soggetti ulteriori (anch’essi sottoposti ad indagine per concorso nelle truffe
pluriaggravate e nei successivi autoriciclaggi e riciclaggi del profitto delle truffe) di
somme anche ingenti; tali società avevano nome quasi identico alle società realmente
creditrici e controparti nel procedimento civile (cambiando a volte solo la
punteggiatura, o la spaziatura, o indicando “srls” invece del reale “srl”); a tali falsi atti
di transazione si affiancavano falsi provvedimenti emessi da Giudici del Tribunale di
Teramo, Ascoli Piceno e Fermo (che ratificavano i falsi accordi transattivi e che
disponevano il versamento delle somme su specifici IBAN di società costituite allo
scopo);
attraverso la simulazione di procedimenti civili in realtà inesistenti, falsificando atti e
provvedimenti giudiziari (tra cui procedure di liquidazione in realtà inesistenti e falsi
provvedimenti giudiziari che autorizzavano compravendite in tale ambito, di apertura
e chiusura della liquidazione, di nomina dell’avvocato commissario liquidatore, di
autorizzazione allo stesso a concludere operazioni di compravendita stabilendo il
versamento di somme di denaro direttamente sul c/c del commissario liquidatore);
falsificando altri provvedimenti giudiziari per rassicurare i propri clienti sull’andamento
delle procedure;
formando false ricevute di versamento di contributi e diritti di cancelleria per attività
difensiva e facendosi corrispondere l’importo falsamente versato;
il tutto in concorso con altri soggetti che costituivano società con ragione sociale quasi identica
a quella delle società creditrici e aprivano c/c quasi sempre all’estero oppure on line dove i
clienti dell’avvocato versavano le somme di denaro ritenendo di versarle ai propri creditori,
effettuando poi ulteriori movimentazioni bancarie volte ad ostacolare la ricostruzione della
provenienza di tale denaro.
Le truffe (contestate tutte all’avvocato e singolarmente ad altri specifici soggetti) per le quali –
allo stato- sono stati raccolti gravi elementi indiziari- sono 7 con un danno delle persone offese
corrispondente alle somme versate per complessivi 200.000 euro.
Le operazioni di autoriciclaggio effettuate attraverso varie operazioni bancarie volte a
ostacolare la identificazione della provenienza delittuosa del denaro (operazioni tutte
contestate all’avvocato e ciascuna ad altri specifici soggetti) riguardano allo stato
complessivamente euro 152.000.
Le operazioni di riciclaggio (contestate al commerciante sottoposto a misura cautelare e ad
altri soggetti) riguardano la complessiva somma di 39.000 euro.
All’avvocato sono anche contestati i reati di falso materiale aggravato per la formazione di
falsi provvedimenti giudiziari dei Tribunali di Ascoli Piceno, Teramo e Fermo.
Oltre ai due soggetti tratti in arresto, sono sottoposte ad indagine per i reati di concorso in
truffa pluriaggravata, autoriciclaggio e riciclaggio altre quattro persone
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Il personale della Guardia di Finanza in forza alla Sezione di Polizia Giudiziaria di questa
Procura della Repubblica e alla Compagnia di S. Benedetto del T. ha dato quindi esecuzione
alla ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico delle due persone indicate e ha eseguito
contestualmente operazioni di perquisizioni personale e domiciliare a carico di tutti i sei
soggetti sottoposti ad indagine, sequestrando materiale di interesse investigativo per
ricostruire compiutamente la vicenda e verificare eventuali ulteriori reati, tra cui anche telefoni
cellulari e materiale informatico; è stato perquisito -su autorizzazione del Giudice per le
Indagini Preliminari- anche lo studio legale dell’avvocato tratto in arresto.
Nei prossimi giorni le due persone arrestate saranno interrogate dal Giudice per le Indagini
Preliminari e potranno fornire la propria versione dei fatti.
Le attività di indagine sono tutt’ora in corso.