Alba Adriatica. Soluzioni alternative, come la potatura controllata, la cura delle radici, la piantumazione di nuovi pioppi, in caso di esemplari malati, potrebbero essere valide opzioni. Insomma, una sorta di appello alle autorità: riconsiderare la scelta, esplorare alterative valide che possano conciliare la tutela degli alberi con le esigenze di sicurezza e sviluppo.
Ci sono i suggerimenti, ma ci sono anche le critiche, non certo tenere, da parte del gruppo consiliare di minoranza, Siamo Alba, sulla questione del nuovo lungomare e della questione dei pioppi.
” Sono 56 sono gli esemplari di pioppi, ad oggi, distrutti dalla miopia e ostinazione di questa compagine amministrativa che non ha tenuto conto né della sensibilità espressa dalla cittadinanza, né del parere prescrittivo della Soprintendenza che tutela l’ambiente ed il paesaggio e né tantomeno del
regolamento comunale sulla gestione e tutela del verde pubblico che stabilisce il reintegro delle
stesse specie arboree”, si legge nella nota diffusa in serata.
“Il filare di pioppi rappresenta un patrimonio storico e ambientale fondamentale e peculiare per la nostra comunità e ha assolto il suo compito per circa 60 anni e potrebbe, con una corretta e amorevole gestione, avere ancora lunga vita a dispetto delle specie introdotte che, come apprendiamo da un comunicato, avranno una vita trentennale oltre ad assolvere ad una funzione ridotta in termini di impatto ecosistemico: una Festuca Glauca (una graminacea) non è un albero.
Le dichiarazioni dell’assessore. I consiglieri di minoranza contestano l’affermazione dell’assessore all’ambiente Sandra L’Innocente sulle perizie dei pioppi che erano disponibili. ” Dodici mesi fa l’unica relazione disponibile su amministrazione trasparente di Res Agraria risale al 13 marzo 2023″, si legge ancora.
Successivamente al consiglio comunale spuntano altre relazioni antecedenti al progetto (per la cronaca si scopre che sempre lo stesso Granchelli per conto della Res Agraria, nel 2016, sostiene che i pioppi godono di buona salute, tranne 5 esemplari), successivamente si accavallano date e
elazioni: la maggior parte eseguite con VTA,(Valutazione di stabilità degli alberi) le ultime con
Resistograph, alcune relazioni protocollate addirittura post operazione di abbattimento e comunque
risalenti al 23 settembre 2024, altre effettuate l’8 gennaio e acquisite al protocollo dell’Ente il 19
settembre 2024.
Due collaudi fino ad oggi eseguiti in assenza dell’agronomo. Insomma, un bel dilemma sembrerebbe, a pensar male che la decisione di abbattere tutti i 146 esemplari fosse già stata presa a tavolino”.
Agli occhi dei cittadini, però, è chiaro che il passaggio dalla modalità remota per come ha gestito
le sue deleghe fino ad ora (assente in giunta per più di 40 deliberazioni in meno di un anno) alla modalità online di questi ultimi giorni, non l’abbia aiutata a capire che l’indirizzo di abbattere tutti i pioppi e con essi la storia del nostro lungomare era già stata, da tempo, presa da altri.
Tenendo a cuore ciò che più ci spinge a perdurare in questa azione civile, noi consiglieri di minoranza richiediamo il rispetto delle regole stabilite dallo stesso Ente che le ha emanate.
Continuiamo a chiedere, a più riprese, che il piano di gestione del verde sia tenuto nella giusta considerazione. Sarebbe anche il caso di valutare l’affidamento ad altre imprese questo delicato incarico?
Ci troviamo, oggi, a pagare lo scotto di una gestione che ha ridotto il verde pubblico ad uno scomodo
fardello di cui liberarsi e rendere il nostro fiore all’occhiello (il lungomare), l’intuizione dei “nostri
padri fondatori, un qualcosa da sopprimere e ridurre ad una colata anonima di cemento”.