Sequestro Delfico, da Comune e Provincia doppia richiesta di stato di emergenza
Formalizzata la richiesta
Dare risposta, in termini di risorse e interventi straordinari, a quello che si è configurato, fin dal primo momento, come un vero e proprio terremoto bianco: il sequestro del Delfico.
E’ quanto chiede il Comune di Teramo, che con un’apposita delibera di Giunta ha formalizzato, d’intesa con la Provincia, la richiesta agli enti preposti per l’attivazione dello stato di emergenza.
Nello specifico l’amministrazione comunale, nel prendere atto dei risvolti sociali, organizzativi ed economici del provvedimento rispetto al tessuto cittadino e in particolare dell’impatto sul diritto allo studio, anche a fronte della peculiarità dell’edificio – che rappresenta una sorta di città nella città – oltre che delle spese già affrontate in urgenza e di quelle che si renderanno necessarie in questi primi mesi di gestione dell’emergenza per garantire agli studenti del Delfico il diritto allo studio, con la delibera già approvata e pubblicata chiede alla Protezione Civile Regionale e alla Prefettura di Teramo “l’attivazione dell’unico e adeguato livello dell’articolazione della Protezione Civile”.
Questo, “al fine di ottenere ogni utile e necessaria collaborazione in termini di risorse, mezzi e impegni di spesa per le attività sopra descritte, e quanto altro necessario a gestire l’emergenza, ai sensi del combinato disposto degli articoli 7 comma 1 lett. b, 9 e 11 del vigente “Codice di Protezione Civile”, utili a fronteggiare una situazione così imprevedibile e urgente”, come si legge nell’atto.
“Il sequestro del Delfico ha avuto e continua ad avere conseguenze particolarmente pesanti per le famiglie, per la comunità scolastica, e per tutta la nostra comunità – commenta il sindaco Gianguido D’Alberto – solo per quanto concerne studenti e personale docente ed amministrativo, parliamo infatti di oltre 1500 persone che da un giorno all’altro si sono ritrovate prive della propria scuola. A questo dobbiamo poi aggiungere la questione dei convittori, che necessitano anche della residenzalità. Se pensiamo che l’Abruzzo è costituto per quasi il 50% da comuni sotto i 1500 abitanti è evidente l’impatto che questa vicenda sta avendo sulla nostra città. Come Comune abbiamo supportato e stiamo continuando a supportare Provincia e Convitto nella gestione di questa emergenza, ma è chiaro che serve l’intervento degli enti sovraordinati”.
Da qui la richiesta dell’attivazione dello stato di emergenza, che sarà avanzata anche dalla Provincia.
“Serve immediatamente un riconoscimento normativo e giuridico di quella che è a tutti gli effetti un’emergenza che investe non solo il diritto allo studio ma anche la tenuta sociale ed economica della città – conclude il primo cittadino – con lo stanziamento di un’adeguata copertura economica degli interventi già effettuati e di quelli che dovremo mettere in campo. Ovviamente la priorità, come ho già detto più volte, resta quella di creare le condizioni affinché i ragazzi possano rientrare quanto prima al Delfico. Perché l’unica alternativa al Delfico è il Delfico”.