Ucraini a Pineto senza sovvenzioni: scatta la protesta
Protesta che avrebbe già sortito i primi risultati
Pineto. “Cinque lunghi mesi senza sovvenzioni. La comunità Ucraina di Pineto, seguita dall’Arci, è estenuata dalle attese e, oramai indigente, chiede risposte ed aiuti”.
“Prima di arrivare a denunciare l’accaduto alla stampa, gli stessi hanno cercato di interloquire con il Comune, interpellando già l’ex sindaco e poi l’attuale giunta ed il presidente del circolo ARCI Giorgio Giannella, ma le risposte sono sempre state di attendere. Oggi, ci sono due legali di Pineto che si sono rimboccati le maniche e, dopo aver ascoltato le donne della comunità pinetese, hanno avviato una serie di telefonate e missive PEC alle varie istituzioni locali e non”.
“Si sono rivolti ai nostri studi legali” esordiscono gli avvocati Luca Di Pietrantonio e Pietro Palozzo “diversi cittadini ucraini, rifugiati di guerra, che abitano a Pineto in alcune delle strutture messe a loro disposizione nell’ambito del “Progetto Accoglienza Ucraini Pineto – Sarà Primavera” gestito, quale Ente Attuatore, dal Comitato Provinciale Arci di Teramo APS. Tale progetto prevede per ciascun beneficiario l’elargizione di una somma giornaliera di € 5,00 per il vitto ed € 2,50 per il Pocket Money per spese personali (igiene e quant’altro), da erogarsi con cadenza mensile, oltre ai prodotti per la pulizia dell’alloggio ed altri accessori, come previsto dal contratto di accoglienza stipulato tra l’Ente titolare “ARCI NAZIONALE”, quello attuatore “ARCI TERAMO” ed ogni singolo partecipante al programma in questione.
Purtroppo i nostri assistiti, così come gli altri cittadini ucraini residenti a Pineto, in tutto una comunità di circa 400 persone, da almeno cinque mesi non ricevono alcun sostegno economico da parte della delegazione del Comitato Provinciale Arci di Teramo, infatti l’ultimo contributo giornaliero per il vitto è stato loro erogato nel mese di maggio 2024, mentre l’ultimo contributo per le spese personali e le necessità igieniche è stato corrisposto nel mese di aprile 2024”.
“Quello che maggiormente preoccupa questa intera comunità” proseguono nella loro missiva i due avvocati “è che alle loro molteplici richieste di informazioni, sia scritte che verbali, su tempi e modalità di erogazione delle somme dovute l’Ente attuatore non abbia fornito alcuna spiegazione e si sia trincerata dietro il più assoluto silenzio. E’ evidente che questa situazione sia divenuta del tutto insostenibile, dal momento che la stragrande maggioranza dei cittadini ucraini che abitano a Pineto sono donne, minorenni, ed anziani, alcuni dei quali invalidi o affetti da disabilità, non in grado di attendere alle esigenze quotidiane più elementari ed insopprimibili, quali quelle del mangiare e del provvedere alla propria cura igienica, senza il necessario sostegno che il progetto tendeva ad assicurare. L’esasperazione e l’impossibilità per molti rifugiati di attendere alle esigenze primarie, proprie e dei propri congiunti, ha persino indotto alcuni a rivolgersi alle forze dell’ordine, non ricevendo, comprensibilmente, riscontro su di una questione che è certamente di natura amministrativa, ma che sta assumendo proporzioni e connotati a dir poco preoccupanti”.
“Presa atto di questa incresciosa situazione ed avendo già, in data 17 e 18 ottobre, formalizzato due note PEC alla Protezione Civile c/o la Presidenza del Consiglio dei Ministri”, Di Pietrantonio e Palozzo “hanno ritenuto doveroso, nei giorni immediatamente successivi, interessare della vicenda anche il Prefetto di Teramo, i Presidenti della Regione e della Provincia, il Sindaco di Pineto, il Dipartimento Nazionale e Regionale della Protezione Civile, oltrechè, ovviamente, l’Arci Nazionale”.
“Abbiamo dunque richiesto” incalzano i due legali “nei limiti delle rispettive competenze, di predisporre gli accertamenti del caso e, soprattutto, di adottare, con urgenza, i necessari provvedimenti affinché riprendessero con effetto immediato le erogazioni degli aiuti economici non solo dei nostri assistiti, ma di tutti i 400 cittadini ucraini residenti a Pineto (TE), magari anche attivando canali di erogazione ulteriori e diversi dall’Arci, essendo in gioco diritti inviolabili della persona, quali il diritto alla vita e quello alla salute”.
La forte protesta ha prodotto i suoi effetti. “Dopo il nostro intervento”, scrivono “parrebbe che finalmente qualcosa si stia muovendo, è infatti di ieri la notizia secondo cui gli aiuti ai rifugiati ucraini riprenderanno a breve, ovviamente, oltre verificare la fondatezza della notizia, monitoreremo la tempistica entro cui avverranno le erogazioni e soprattutto, se esse saranno corrisposte a tutti gli aventi diritto, con le 5 mensilità arretrate, anch’esse dovute, restando inteso che la questione non potrà dirsi conclusa sino a quando tutti gli importi dovuti saranno versati e le erogazioni riprenderanno con puntualità e con la cadenza concordata”.