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Teramo

Alba Adriatica, pioppi lungomare. Il Comitato: serve nuova perizia

Nuova presa di posizione del Comitato sulla questione delle alberature

Alba Adriatica. “Un mare di inesattezze e confusione che cadranno presto nel vuoto”. Il Comitato provinciale di tutela del verde pubblico replica al sindaco Antonietta Casciotti sul tema delle alberature del nuovo lungomare di Alba Adriatica.

E il Comitato, guidato da Valerio Di Mattia fa una lunga disamina sugli accadimenti e sulla necessità, nel principio di trasparenza, di consentire nuove perizie con un tecnico individuato dallo stesso Comitato.

L’intervento

Antonietta Casciotti afferma di aver acquisito su propria richiesta il parere integrale dell’Osservatorio di cui aveva conoscenza solo di un “breve stralcio”.
Non è chiaro questo sindaco.
Innanzitutto proprio dal Comitato è stata avvertita dell’interessamento dell’Osservatorio regionale via Pec (posta elettronica certificata) il 5 ottobre. Ma dal sindaco nessuna risposta.
Il parere integrale le è stato inviato dal Comitato il giorno 24 ottobre unitamente a regolare richiesta di sospensione dei lavori.
Lo stesso parere è stato pubblicato integralmente dalla stampa.

Dunque decade questa carenza di informazioni che il sindaco strumentalmente denuncia alla cittadinanza per aggiungere nuova confusione ed intorbidare il confronto.
Dal 5 ottobre 2024 Antonietta Casciotti è stata messa proprio dal Comitato nelle condizioni di seguire tutto l’iter di valutazione e relazione sui pioppi compiuto dall’Osservatorio ma non lo ha fatto lei per propria scelta.
Che senso ha ora tentare di adombrare temi di incoerenza contro il Comitato? Che senso ha contestare quanto prodotto dal Comitato per le vie ultra generali senza entrare su nulla nel merito?
Sul punto il sindaco viene pubblicamente smentito dal comitato che rimanda al mittente ogni strumentale accusa.

Allo stesso modo il sindaco continua a affermare che tutto ciò che lei sta facendo si svolge nella regolarità delle norme e delle condizioni. Si auto assolve dalle critiche e dai rilievi ed eleva personalmente il proprio lavoro al rango della più ampia correttezza. Un atteggiamento di sterile e dannoso arroccamento già visto ai tempi delle pinete che non trova poi mai riscontro nella realtà dei fatti.
La realtà dei fatti parla di dubbi e forti critiche ed osservazioni scientifiche che mostrano chiaramente falle notevolissime sul percorso intrapreso.

Tutti, cittadini, comitato, associazioni, professionisti e liberi cittadini chiedono nuove perizie svolte da un soggetto terzo perché Lorenzo Granchelli ormai viene considerato da tutti un tecnico di parte.
Dunque si avverte la necessità di reperire nuovi e differenti pareri rispetto alle teorie del sindaco e del suo tecnico incaricato. Se il sindaco vuole esercitare la regola della trasparenza e del giusto approfondimento deve consentire di avviare nuove perizie garantendo le condizioni suddette.
Di questo esattamente parlano gli avvenimenti e di questo parla la realtà del luogo-oggetto non certo rappresentato nella stanza degli specchi in cui il sindaco si è chiusa rinunciando a trovare una via di uscita alle problematiche rilevate.

Tutti i pareri prodotti contestano la classificazione CD delle alberature e contestano l’ulteriore declassificazione in D con conseguente smaltimento delle alberature per pericolosità e rischio schianto . Di questo si parla esattamente e su questo è necessario svolgere perizie ulteriori con altro personale incaricato . Questo il sindaco deve accordare alla cittadinanza se vuole essere trasparente.
Questo è stato già fatto altrove con iter procedurale accettato dai sindaci quando furono salvati i tigli a Martinsicuro e quando furono salvati i cipressi secolari a Montorio al Vomano.
Il sindaco inoltre non può auto celebrare una correttezza formale degli atti poiché deve ammettere pubblicamente (come ha già fatto in consiglio comunale) che non esiste alcuna correttezza quando si tagliano molti esemplari senza alcuna perizia tecnica di approfondimento (obbligatoria) come accaduto in zona sud.
Gli approfondimenti obbligatori sono iniziati solo dall’altezza del Piccolo Chalet verso nord. Tutti gli altri tagli, a meno che non vengano prodotti oggi gli studi con gravissimo ritardo (ancora una volta post mortem!) sembrerebbero illegittimi e non attuabili.

Inoltre va sottolineata negativamente la solita frase sibillina che rimanda ad una ipotetica azione di responsabilità contro il comitato.
Siamo ormai stufi di chiedere trasparenza e di essere minacciati o magari denunciati da sindaci che, con i soldi dei cittadini, anziché incaricare un terzo perito incaricano il miglior avvocato di zona.
Il sindaco rimanda ad azioni di responsabilità ma non riesce neppure ad indicare il dolo commesso. E’ un rimando generale e non ponderato, lo stesso che chiunque potrebbe fare alla sua stessa persona.

Naturalmente la strada promossa dal comitato civico è altra e totalmente differente ovvero è la strada della maturità istituzionale e quella del rispetto delle opinioni scientifiche allargate, quella della considerazione delle valutazioni dei comitati, quella del riconoscimento del ruolo fondamentale che i cittadini svolgono e continuano a svolgere anche dopo le elezioni nel controllo della regolare e corretta gestione dell’interesse collettivo.
Il sindaco consenta di svolgere nuove perizie con nuovo personale tecnico individuato dal comitato.

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