Pescara. Continuano e non sembrano avere fine le prolungate interruzioni dell’erogazione idrica da parte dell’Azienda consortile acquedottistica a Pescara e in molti altri Comuni delle province di Chieti e Teramo.
È di oggi l’ultima comunicazione dell’Aca con cui annuncia ulteriori chiusure dei serbatoi nelle ore notturne a Pescara città e in altri 38 comuni: sempre gli stessi i quartieri e le zone coinvolte, areee servite da serbatoi che necessitano di chiusura per essere ricaricati.
A Pescara le interruzioni riguardano Colle Breccia, via della Pineta, via Nazionale Adriatica Nord, Villaggio Alcione, via Pantini, via della Bonifica, San Silvestro Spiaggia, viale Primo Vere, via De Cecco, via Scarfoglio fino al Parco D’Avalos e traverse, San Silvestro, Colle Santo Spirito, via San Donato, via Fontanelle, via Caduti per Servizio, via Ventre D’Oca e la zona industriale.
“L’Aca peraltro, durante il Consiglio comunale straordinario sulla carenza idrica, ha già annunciato che queste chiusure si protrarranno per tutto il mese di novembre”, rimarca il vicepresidente del Consiglio regionale d’Abruzzo, Antonio Blasioli, che lancia l’allarme “in vista dell’abbassamento delle temperature e della conseguente necessità di disporre di acqua calda anche per l’accensione dei riscaldamenti, specie per le famiglie che contano al proprio interno anziani e disabili”.
“È impossibile vivere con tali limitazioni nel 2024, ma soprattutto è difficile sopportarle a novembre, quando la richiesta di acqua è minore e non ci sono neanche più i turisti, giustificazioni spesso addotte da Aca in estate”, denuncia Blasioli, riprendendo l’appello di un residente di Pescara Vecchia, zona non inserita nell’elenco delle interruzioni dell’Aca ma ugualmente interessata da interruzioni che spesso si protraggono per più di 12 ore. Nonostante abbia installato una piccola cisterna, la donna continua ad avere difficoltà nello svolgere le più elementari attività quotidiane.
Disagi analoghi si registrano anche in altri Comuni, come a San Giovanni Teatino, nella zona di Sambuceto, “dove le chiusure notturne non hanno risparmiato nemmeno il ponte festivo, tra la disperazione delle famiglie che chiedono solo di poter trascorrere qualche ora in serenità con amici e parenti, senza doversi preoccupare dell’assenza di acqua”, aggiunge Blasioli.
In base agli ultimi dati Istat, diffusi il 22 marzo 2024, in Abruzzo più della metà dell’acqua potabile si perde a causa delle cosiddette reti colabrodo, con una percentuale di dispersione pari al 62,5%. L’Abruzzo è la seconda peggiore regione in Italia dopo la Basilicata. Tra le province la maglia nera spetta a Chieti con il 70,4% di dispersione, seguita da Pescara al 54,8%.
Di qui l’appello accorato di Blasioli alle istituzioni affinché “interloquiscano con l’Aca e si individuino soluzioni in grado di alleviare i disagi delle famiglie più fragili”. La richiesta è di attivare con urgenza tutte le misure necessarie per porre fine a questa emergenza e restituire ai cittadini il diritto fondamentale all’accesso all’acqua.
“Continuiamo a sollecitare – insiste Blasioli – investimenti strutturali a lungo termine per contenere le dispersioni e garantire un servizio regolare, efficiente e sostenibile nel tempo. Nello stesso tempo c’è bisogno di comunicazioni più puntuali, i cittadini non possono ritrovarsi a sorpresa con i rubinetti a secco, ma devono essere informati in maniera chiara e tempestiva sugli orari e sulle zone delle interruzioni e soprattutto sui tempi previsti per il ripristino del servizio. Non è possibile che le famiglie, oltre a subire i disagi legati all’igiene personale e a una quotidianità domestica stravolta, si trovino a novembre a non avere sempre l’acqua nelle case e a non sapere se riusciranno ad accendere il riscaldamento nei mesi invernali”.