Ordinanza “anti-movida” a Pescara: gli esercenti ricorrono al Tar, confronto in Commissione
Pescara. Continua a far discutere l’ordinanza della Giunta comunale di Pescara sulla movida nella zona di Piazza Muzii, che ha disposto il ritiro dei tavolini all’aperto e lo stop alla somministrazione di bevande da asporto allo scoccare della mezzanotte, fino al prossimo 31 gennaio 2025.
La vicenda è destinata a restare al centro del dibattito nelle prossime settimane, dopo che gli esercenti dei locali della zona hanno già anticipato di valutare il ricorso al TAR contro l’ordinanza, nel tentativo di salvare il periodo natalizio.
“Il tema sarà al centro della prossima seduta della Commissione Controllo e Garanzia del Comune, convocata per venerdì 15 novembre alle ore 9:00 – commenta Paolo Sola (M5S), Presidente della Commissione – nella quale ascolteremo l’assessore al Commercio Zaira Zamparelli e i rappresentanti delle associazioni di categoria, nel tentativo di gettare finalmente le basi di un vero confronto su questa vicenda, un confronto che finora la Giunta Masci non ha saputo, o voluto, costruire. Il nostro obiettivo è restituire a Pescara una discussione concreta e partecipata sulle esigenze della città, dove siano considerati e rispettati tutti gli interessi in gioco”.
“Una scelta che conferma ancora una volta l’approccio unilaterale e punitivo – commenta ancora Sola – che questa amministrazione, pur proclamandosi a gran voce ‘amica di Pescara’, adotta nei confronti degli operatori economici della nostra città. L’ordinanza rappresenta infatti l’ennesimo intervento volto a scaricare esclusivamente sui commercianti della zona il peso della convivenza tra due diverse esigenze, quella dei residenti e quella dei titolari delle attività commerciali. È ormai evidente come la Giunta Masci abbia sempre preferito rispondere alle pressioni dei residenti senza cercare soluzioni realmente bilanciate – prosegue Sola – trasformando le necessità degli imprenditori della movida in un capro espiatorio. Da anni ormai, con una serie di ordinanze e restrizioni, che paiono più rispondere a logiche elettorali che a un reale intento di pacificazione, si fa pagare ai commercianti il prezzo di una gestione della convivenza mai affrontata seriamente da questa amministrazione, che evidentemente ha scelto di non ascoltare le voci degli operatori economici preferendo il consenso immediato di quella parte del suo elettorato che vorrebbe trasformare una zona attrattiva della nostra città in un quartiere dormitorio”.