Montesilvano. Da gennaio 2022 a oggi, sono 28 i cinghiali abbattuti nella città di Montesilvano: gli ultimi 3 pochi giorni fa all’interno del Parco della Libertà, a pochi passi dal centro commerciale e dal cinema di Porto Allegro.
Un fenomeno sempre più frequente anche nei luoghi centrali più affollati e frequentati, specialmente a causa di una vera e propria colonia di ungulati che stazione sul lungofiume. Un problema con cui le amministrazioni sono costrette a fare i conti, tanto che grazie all’ordinanza firmata dal sindaco De Martinis già nel 2022 e valida fino al 2027, è permesso l’abbattimento degli ungulati solo per mano delle guardie venatorie autorizzate e sotto la guida della Polizia Locale.
E’ esattamente quanto accaduto sabato all’interno del Parco della Libertà, l’area comunale dove sorge Rifugio Urbano, il chiosco gestita da Alessio Sigismondi che si è visto irrompere nella zona verde, tre cinghiali. Dopo che il gestore ha allertato la polizia locale e ha esortato i pochi presenti a rifugiarsi nel chiosco o in alternativa ad abbandonare il parco, mettendo dunque tutti in sicurezza, le guardie autorizzate hanno provveduto ad abbattere i cinghiali che, in quel determinato contesto, avrebbero potuto rappresentare un pericolo.
“Dalla chiamata del gestore all’abbattimento dei tre cinghiali da parte delle guardie venatorie, sono trascorsi non più di 30 minuti”, spiega il comandante della polizia municipale Nicolino Casale, “Nella situazione in cui ci siamo trovati abbiamo pensato al male minore: abbattere i cinghiali per salvaguardare chi era presente nel parco e anche chi, da lì a poco vi avrebbe fatto accesso, considerando che la situazione andava risolta nella maniera più adeguata e tempestiva. Aggiungiamo che i cinghiali, spaventati anche per la presenza di persone e addetti ai lavori, avrebbero potuto costituire un serio pericolo”.
Il gestore di Rifugio Urbano Alessio Sigismondi, riferisce di aver esortato più volte i pochi presenti al parco, tra cui un paio di bambini con le relative mamme, ad entrare nell’area al chiuso o ad abbandonare il parco, giusto il tempo necessario all’intervento delle guardie, sia per questioni di sicurezza che per preservare i più piccoli da scene che avrebbero potuto urtare la loro sensibilità. Da una ricostruzione dei fatti, pare che i cinghiali siano entrati nel perimetro verde attraverso un buco situato nella rete di recinzione, al confine tra il Parco e il lungofiume Saline.
A tal proposito, chiarisce il sindaco De Martinis: “Negli ultimi anni, siamo sempre più alle prese con l’invasione dei cinghiali che raggiungono ormai le zone più centrali e frequentate della città. Per questa ragione, vista l’incidenza delle presenze sul territorio, siamo autorizzati ad abbatterli per il tramite di Guardie Venatorie Volontarie, persone formate attraverso appositi corsi di preparazione alla gestione faunistica con relativo esame di abilitazione, sulla base di programmi concordati con l’Istituto Superiore per la Protezione e per la Ricerca Ambientale -ISPRA- e riconosciuti dalla Regione Abruzzo. Eravamo a conoscenza, da qualche giorno, della richiesta del gestore di potenziare la rete che divide il perimetro del parco dal lungofiume, infatti a seguito di una pec inviata proprio dal gestore di Rifugio Urbano all’amministrazione, esattamente il giorno seguente, abbiamo mandato tecnici e ditta affidataria dei lavori, per un sopralluogo conoscitivo e per procedere con l’intervento da effettuare. Sfortuna ha voluto che in questo lasso temporale prima dell’inizio dei lavori, ci siano malcapitati i tre cinghiali”.
LE PROTESTE DEGLI ANIMALISTI
E il Wwf Abruzzo interviene chiedendo “può mai essere corretta un’operazione che prevede l’uccisione di un animale in un parco pubblico davanti agli occhi dei bambini? È una barbarie che doveva e poteva essere evitata!”.
“Gli animali sarebbero entrati, ricostruisce il Wwf, “attraverso un buco nella recinzione che delimita l’area giochi dall’argine, nonché Oasi di Protezione, del fiume Saline. In base a informazioni raccolte dalle Guardie del Wwf, all’azione avrebbe partecipato una squadra di selecontrollo accompagnata dalla Polizia Municipale e con la partecipazione occasionale dei cinofili della Polizia di Stato. I presenti sono stati invitati ad allontanarsi, la squadra è stata invitata a spingere gli animali verso il limite inferiore del parco. A quel punto però – racconta il Wwf in una nota – il cacciatore/selecontrollore avrebbe, invece, aperto il fuoco uccidendo uno dei cinghiali, intento a cibarsi di ghiande sotto un albero. Gli altri due cinghiali, fuggiti, sarebbero poi stati raggiunti e abbattuti nei pressi della recinzione”.
Il Wwf fa sapere che tanti cittadini “si sono mostrati inorriditi dall’accaduto”. Secondo l’associazione, inoltre, non si tratterebbe del primo episodio del genere, “altri cinghiali sono stati abbattuti e sembra che il buco nella recinzione fosse già stato segnalato all’Ente competente, ma non sarebbe mai stato riparato definitivamente”. Inoltre, già in passato le Guardie Wwf “relazionando dell’accaduto i Carabinieri del Gruppo Forestale, erano intervenute a Montesilvano per alcune azioni di ‘selecontrollo’ che erano state gestite nell’abitato senza avvertire i residenti”.
“Appare evidente come le nostre amministrazioni locali, così come la Regione Abruzzo – dichiara la delegata Wwf Abruzzo, Filomena Ricci – non abbiano mai tentato di attuare adeguate misure di prevenzione per attenuare la pressione degli ungulati sulle aree urbane, scegliendo la via apparentemente più semplice, ma, a quanto pare, inefficace e oltremodo negativa quanto a percezione della presenza della fauna selvatica da parte dei cittadini. Invitiamo gli Enti preposti a un tavolo di confronto permanente da tenersi presso le Prefetture, per individuare le giuste soluzioni al problema” .
L’Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente (Aidaa) ha, inoltre, presentato un esposto alla Procura della repubblica di Pescara per chiedere di indagare su quanto accaduto sabato scorso: “Innanzitutto vogliamo capire come mai i cinghiali fossero lì – si legge in una nota dell’Aidaa – e se, come sostengono alcuni esponenti politici, sono entrati nel parco da una rete rotta che non è stata aggiustata nonostante le segnalazioni. Allora la questione cambia completamente. Poi vogliamo capire come è avvenuto l’abbattimento dei cinghiali – prosegue la nota – e perché, anziché abbatterli, non si è provveduto ad anestetizzarli e al loro trasferimento”.
Sottolineando il rischio corso dai presenti qualora il cacciatore “avesse sbagliato mira nello sparo”, gli esponenti dell’Aidaa concludono la nota: “Condanniamo questo metodo di caccia selvaggia, ma soprattutto vogliamo capire come è stato possibile per i cinghiali entrare liberamente in quel parco”.