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Ultimatum a Provincia e Comune sul Delfico: “Chiediamo dissequestro”

Lettera aperta di famiglie e associazioni: "Altrimenti chiederemo le dimissioni di sindaco e presidente"

Un ultimatum di due giorni, con azioni richieste entro giovedì 21 novembre, è stato lanciato alle istituzioni competenti delle scuole a Teramo, dalla Provincia al Comune, in merito alla situazione del Convitto nazionale Melchiorre Delfico, che ospitava licei e scuole con circa 1.200 studenti, chiuso da oltre un mese per ragioni di sicurezza.

In una lettera aperta congiunta, la comunità scolastica del Convitto, il Consorzio Shopping in Teramo Centro, il Comitato Delfico e le famiglie degli iscritti chiedono il dissequestro e il conseguente ritorno delle scuole e degli studenti in centro storico, fino a quando non partiranno i necessari interventi di consolidamento.

Si chiede anche la “definizione e realizzazione di una scuola ‘jolly’ in centro, disponibile dal primo settembre 2025, che accolga l’intera comunità scolastica del Delfico” per tutti il periodo dei lavori. A tal proposito vengono indicate come aree quella dell’ex Stadio comunale prioritariamente, e “solo secondariamente, quella della Palestra Mazzini, ex Utap, e dell’Archivio di Stato”.

Queste le richieste inoltrate al presidente della Provincia, Camillo D’Angelo e al sindaco di Teramo, Gianguido D’Alberto. In caso contrario “si procederà con una decisa protesta nella quale verranno chieste le dimissioni” di entrambi.

“Il Convitto – si legge nella lettera aperta – con le scuole annesse (Liceo Scientifico e Coreutico, scuola primaria e scuole medie) il Liceo Classico, il Liceo Europeo e il Liceo Musicale incarnano l’identità culturale e intellettuale di Teramo, simboleggiano il connubio tra tradizione educativa e apertura verso il futuro, rafforzando il senso di appartenenza dei cittadini”.

“Solo con una collocazione al centro di Teramo – si legge ancora – le scuole potranno continuare a fungere da fulcro per attività culturali, educative e sociali, ad essere un punto di incontro e un motore di vitalità per il tessuto urbano”.    

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