Pescara. E’ arrivata dopo 2 anni l’assoluzione per un dirigente Uil accusato di maltrattamenti e persecuzioni nei confronti di una donna.
“Due anni fa”, ricostruisce Armando Foschi, segretario provinciale UGL-UTL Chieti-Pescara, “un dirigente della Ugl è stato accusato dalla Presidente di un Ente vigilato dalla Regione Abruzzo di maltrattamenti e persecuzione, un’accusa che gli è costato il rapporto di lavoro e l’incarico da vicedirettore”.
Nei giorni scorsi è arrivata la totale assoluzione che ha smontato ogni frammento dell’impianto accusatorio. “A pagare le conseguenze della vicenda è stato l’alto funzionario nonché dirigente sindacale”, aggiunge Foschi, “che si è dovuto difendere penalmente da quella pesante accusa, aggravata dal fatto che avrebbe commesso i fatti nei confronti di una donna, tanto da far scattare le procedure previste per i reati da cosiddetto codice rosso e per questo è finito a processo.
Difeso dagli avvocati Luigi Albore Mascia, Giovanni Di Carlo e Claudio Croce, dopo un lungo dibattimento in primo grado concluso con “una sentenza di assoluzione di ben 46 pagine, dove le accuse venivano smontate punto per punto e con la più ampia formula perché il fatto non sussiste è arrivata la conferma anche dalla Corte d’Appello dove la sentenza di primo grado era stata impugnata”, conclude Foschi.