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Abruzzo

Il garante dei detenuti Scalera incontra Sospiri: riaprire il carcere minorile

lOCATELLI

Il nuovo “Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale”, l’avvocato Monia Scalera, è stata ricevuta questa mattina dal presidente del Consiglio regionale dell’Abruzzo, Lorenzo Sospiri, per la tradizionale foto di rito che simbolicamente certifica l’avvio del mandato.

 

“Come tutti sanno il principale compito del Garante dei detenuti – ha dichiarato Scalera in occasione dell’insediamento negli uffici di Palazzo dell’Emiciclo – è sorvegliare i luoghi di privazione della libertà, ma con ciò non si deve intendere soltanto il carcere, ma anche i luoghi dove la polizia trattiene le persone in arresto o in custodia, i CPR, dove i migranti vengono messi in attesa di essere espulsi dal paese, i reparti dei trattamenti sanitari obbligatori (TSO), le residenze per persone anziane o con disabilità e le strutture in cui vengono collocati i minori con provvedimenti, sia amministrativi che penali da parte del Tribunale per i minorenni. Inoltre, se è vero che l’affettività è la più grande risorsa per i detenuti, per questa ragione già da tempo mi sto occupando, insieme al senatore Guido Liris, alla riapertura del carcere minorile di L’Aquila. Non è pensabile che i detenuti minorenni vengano trasferiti in istituti penitenziari di altre regioni, lontani dalle famiglie”.

“Altro punto fondamentale, a cui sto lavorando in sinergia con l’Assessore Roberto Santangelo – ha aggiunto Scalera – è quello che riguarda la Giustizia Riparativa, strumento nella cui applicazione credo fortemente, considerato che sono un mediatore penale e che viene raccontato dai non addetti ai lavori come un’opportunità che avvantaggia gli autori di reato. In realtà lo è per questi ultimi ma lo è soprattutto per le vittime di reato. E’ uno spazio di parola protetto che accoglie tutta una serie di bisogni, soprattutto emozionali, che sono necessariamente esclusi dalle aule di giustizia: dolore, rabbia, risposte a domande inascoltate.

Valorizza i vissuti delle vittime e richiede, necessariamente, un percorso di responsabilizzazione dell’autore di reato, anche per evitare fenomeni di vittimizzazione secondaria. Gli effetti sono notevoli: un alleggerimento dei vissuti dolorosi, con benefici anche sulla salute psicofisica delle vittime e un cambio di coscienza dell’autore di reato, con forte incidenza sulle recidive. Sarà mio obiettivo – ha concluso il Garante dei detenuti – lavorare con responsabilità, interagendo sin da subito con tutti gli attori istituzionali coinvolti, per la massima tutela dei diritti delle persone private della libertà”.

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