Inaugurato a Roma l’Opera di Edoardo Ettorre – vincitore MArteLive dedicato a Caterina Martinelli all’interno del progetto L’Arte non ha sbarre della Biennale MArteLive.
Caterina Martinelli, una donna povera e coraggiosa, nata nel 1904 e deceduta il 2 maggio 1944. Consapevole dei rischi, manifestò insieme ad altri cittadini del quartiere contro lo stato di indigenza e di fame in cui si viveva al Tiburtino III. Durante un assalto, avvenuto il 2 maggio 1944, all’indomani delle manifestazioni del primo maggio, una guardia della PAI (Polizia Africa Italiana), accorsa per sedare il tumulto, uccise con una fucilata una donna, Caterina Martinelli, madre di sei figli. Cadde sul selciato con sei sfilatini nella borsa della spesa, una pagnotta stretta al petto, in braccio una bambina ancora lattante. Stramazzò a terra sopra la figlia che sopravvisse ma con la spina dorsale lesionata. Il giorno dopo, sul marciapiede ancora insanguinato, un cartello ricordava la vittima, una madre affamata. Quel cartello, subito fatto togliere dalle autorità, tornerà come lapide sulla facciata di una casa in via del Badile 16.
L’arte dentro e fuori le carceri – La nuova opera murale di Edoardo Ettorre, artista di Giulianova,
dedicata a Caterina Martinelli. “L’arte non ha sbarre” è un progetto che prevede una serie di laboratori e la realizzazione di murales dentro e fuori le carceri.
Il progetto, curato da Oriana Rizzuto, è sostenuto dalla Regione Lazio, vincitore del Bando Vitamina G, e prevede diverse attività dentro e fuori le mura delle carceri, in questa edizione della sezione femminile di Rebibbia, al fine di sensibilizzare tutti e tutte alle difficoltà della condizione carceraria ma soprattutto per evidenziare l’importanza delle iniziative che possano influire sulla formazione e la rieducazione dei giovani e delle giovani dentro le case circondariali.