Giulianova. Tra i nomi di punta del calendario degli eventi natalizi di Giulianova spicca quello di Vinicio Capossela, che sarà in concerto domenica 29 dicembre alle ore 21:00 in piazza Buozzi.
Il celebre cantautore porterà in scena i “Conciati per le feste” brani nati dal vivo che per vent’anni hanno visto la luce soltanto nella effimera dimensione live della celebrazione festiva.
Lo stesso Vinicio Capossela racconta che “per due decadi la loro vita è stata strettamente legata ad un periodo circoscritto, definito e ciclico, quello delle feste di fine anno. Trascinati da un istinto ben radicato, per vent’anni abbiamo suonato concerti per le feste con in mente i Pogues e Sulla strada di Kerouac, in cui nei giorni di Capodanno si passa da una jam sfrenata all’altra con l’argento vivo addosso. Ci sono voluti l’interruzione del tempo imposta dalla pandemia e la festa mancata di quell’anno, per chiuderci – ben mascherati e distanziati – a registrare queste canzoni con l’aggiunta degli inediti composti per l’occasione e finalmente dar loro una forma durevole e una vita autonoma su supporto. Non avevamo previsto, però, che nel frattempo il mondo sarebbe precipitato lasciandoci attoniti e conciati per le feste. Prima l’isolamento, poi le guerre e il populismo trionfante: la realtà menava fendenti e imponeva urgenze. Tutto era diventato urgenza, anche le canzoni, che si sono quindi imposte in numero di 13 (Tredici canzoni urgenti)”.
Ora però, per Capossela è arrivato “il momento di riprenderci la festa e dopo essere apparse in un luogo e un tempo circoscritti, ora che sono registrate queste canzoni ci offrono la possibilità di moltiplicare tempi e luoghi con un tour”.
Conformemente alla natura composita della festa, “Conciati per le feste” attinge a diverse fonti e disparate tradizioni: “C’è lo swing alla Louis Prima (il cantante più festivo di tutti che mai ha inciso un pezzo natalizio), il folklore italo-americano di Lou Monte e Nick apollo Forte, gli inni presbiteriani, le fantasmagorie fiabesche, pezzi festivi e digestivi, marimbe di ossa, ottoni e vibrafoni. C’è la doppia ancia dei sassofoni, l’organo Farfisa, la chitarra a pancia grossa, il contrabbasso degli Aristogatti, i tamburi forsennati, i cori, gli inni e le campanelle. Tutta la paccottiglia delle feste tirata a lucido per uno sparo di coriandoli con il retrogusto triste che sempre lascia questa sciagura inevitabile che sono le feste”.
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