Tortoreto. E’ un segnale, chiaro, di come cambiano i tempi e di come le attività allo sportello siano destinate, progressivamente, ad essere ridotte veramente all’essenziale.
Agli inizi degli anni 2000, in un momento economico di espansione, gli sportelli bancari erano 8 (sette al lido e uno di corrispondenza nel centro storico). Dopo meno di 20 anni, sul piano operativo, sono rimasti solo due sportelli bancari: la sede storica dell’ex Tercas (ora Banca Popolare di Bari) di via Carducci e la Bcc di Castiglione Messer Raimondo e Pianella, sulla Statale 16.
Tutti gli altri sportelli bancari che, nel corso degli anni, avevano trovato ospitalità a Tortoreto hanno chiuso i battenti. Da una parte la rimodulazione dei servizi, con implementazione con operazioni online, la riduzione dei costi da parte degli istituti di credito (che hanno portato ad un taglio di filiali e anche personale) e poi anche fusioni e accorpamenti con una concentrazione delle filiali territoriali nei centri più grandi. L’effetto pratico, dunque, è quello di una riduzione drastica degli sportelli (e ora anche delle stesse postazioni per i prelievi automatici). E se da un lato negli ultimi 15 anni la popolazione residente è cresciuta, nello stesso periodo si è ridotto drasticamente il numero delle banche “fisiche” operative.
Quello di Tortoreto, ovviamente, non è un caso isolato, me è l’emblema di una tendenza in atto. I numeri sono chiari sotto questo profilo. Oltre 5 mila sportelli bancari definitivamente chiusi in 5 anni, pari a più del 20% del totale, passati da 25 a 20 mila, e con essi una riduzione di dipendenti di quasi il 6%, pari a poco più di 16 mila unità, da 278 a 262 mila. È il bilancio del cosiddetto processo di desertificazione bancaria nel quinquennio passato, come emerge da un report dell’Ufficio Studi & Ricerche della Fisac Cgil, contrazione che si è confermata anche per il 2023, con sportelli diminuiti sul 2022 del -3,9%, con una perdita di 825 unità e dipendenti calati del -0,8% per 2.156 unità.
