Sospese le attività sul Campo Rospo Mare, dopo l’incendio divampato ieri su una delle due piattaforme petrolifere situate al largo della costa molisana.
Non risultano danni agli impianti né sversamenti di inquinanti in mare, almeno finora.
Sono in corso gli accertamenti della Capitaneria di Porto di Termoli, coordinati dal comandante Giuseppe Panico; questa mattina i dipendenti vengono ascoltati dagli ufficiali nell’ambito dell’indagine aperta ieri.
Secondo un primo riscontro, sarebbe da escludere come punto di origine delle fiamme il ciclo produttivo legato all’attività di estrazione di idrocarburi.
L’incendio che ha interessato la piattaforma B non si è propagato all’intero impianto grazie al rispetto delle procedure di sicurezza poste in essere dai lavoratori stessi. L’intervento rapido della Guardia costiera ha poi evitato ulteriori conseguenze.
I Vigili del Fuoco di Termoli, intervenuti sulla piattaforma, per domare il rogo hanno utilizzato il sistema Ifex, che diffonde l’agente estinguente alla velocità di circa 400 km/h.
L’impulso genera una nube di goccioline piccolissime e ciò permette di spegnere il fuoco rapidamente, utilizzando un quantitativo ridotto di agente estinguente. I pompieri hanno poi messo in sicurezza gli ambienti.
“C’è un piano operativo che è stato rispettato – dichiara il comandante Panico – e ha permesso di contenere subito le fiamme.
Non risultano danni né problemi in mare”.
Il grave incendio sulla piattaforma petrolifera Rospo Mare B, al largo delle coste tra Termoli e Vasto, ribadisce ancora una volta i rischi connessi a questi impianti che più volte abbiamo denunciato”.
E’ quanto dichiarano, in una nota, Andrea De Marco e Silvia Tauro, presidenti rispettivamente di Legambiente Molise e Legambiente Abruzzo. “Nonostante l’intervento tempestivo delle autorità e l’assenza di sversamenti in mare, sono evidenti ancora una volta i pericoli nelle infrastrutture legate alle energie fossili, che continuano a minacciare il nostro territorio e la nostra sicurezza”.
A un anno dall’incendio alla centrale di stoccaggio di gas Stogit di Montalfano a Cupello (Chieti), ricorda la nota di Legambiente, è la costa tra Abruzzo e Molise a essere ancora una volta messa a rischio dall’incendio divampato sulla piattaforma petrolifera Rospo Mare B. “Mentre il ‘Decreto Ambiente’ del dicembre 2024 ha ridotto la distanza minima dalle coste per le trivellazioni marine da 12 a 9 miglia nautiche, aumentando i potenziali rischi per l’ecosistema marino e le comunità costiere, i cittadini restano esposti a rischi costanti e concreti, a causa della massiccia presenza di infrastrutture a fonti fossili e delle numerose attività di ricerca e coltivazione di idrocarburi, come denunciato un anno fa dalla campagna C’é puzza di gas di Legambiente, proprio da questi stessi territori”.
“Le Regioni, a partire dalle nostre, in questo momento devono indirizzare con forza una revisione delle politiche energetiche orientandole verso la tutela dell’ambiente e la salvaguardia delle comunità locali – ribadiscono Tauro e De Marco – Fondamentale intanto pretendere che venga portata avanti la dismissione delle piattaforme offshore nelle aree in cui i giacimenti di idrocarburi risultino esauriti o non utilizzabili, garantendo le migliori tecnologie disponibili: i costi di queste operazioni non devono ricadere ancora una volta sulle comunità e sull’ambiente”.